Photographers around the world
In questi giorni mi sono appuntato il nome di un po’ di fotografi scoperti in rete che secondo me meriterebbero un approfondimento. Il primo tra questi è un cinquantenne russo, Alik Yakubovich , che di mestiere fa il pubblicitario, ma è anche un poeta e fotografo. Premesso che della sua carriera di poeta non ci interessa un granché, il lavoro che ho trovato particolarmente interessante è il suo reportage fotografico intitolato “Pacany”, dedicato alle giovani generazioni russe. Le immagini sono dei frammenti della vita quotidiana di questi ragazzi, ripresi nelle situazioni più disparate, ma tutte rappresentative di una fase precisa dello sviluppo dell’individuo che è appunto quello dell’adolescenza e della gioventù. Ecco quindi raccontato l’approccio con le ragazze, le risse che finiscono con nasi rotti, il servizio militare, l’onnipresente alcool e le feste in gruppo. La bellezza degli scatti sta nella autenticità delle scene, immagini pure e crude che non voglio alterare nulla di quanto esse hanno rubato alla verità del momento.
Il secondo della lista è un certo Keffer, fotografo parigino che ha realizzato un interessante progetto fotografico intitolato “The Night Day, a story about the other side”. Se date un occhio alle immagini vi renderete conto che si tratta di una celebrazione della vita notturna, ovvero di tutto quel mondo sospeso tra immaginazione e realtà che vive quell’arco temporale che va da mezzanotte alle cinque del mattino. Ci sono le donne insonni che rimediano all’impossibilità di dormire svuotando il frigorifero, l’artista che ritrova il massimo dell’ispirazione con le prime luci dell’alba, i momenti di una serata in un qualsiasi club, seguita dalle scene di una festa di compleanno in un appartamento. Il reportage vorrebbe essere una raccolta il più completa possibile di tutto quello che vi potrebbe accadere, e che a molti di voi sarà sicuramente accaduto, se non aveste optato per una sana dormita.
Chiudo questo primo trittico con una giovane pluripremiata fotografa svedese, Meredith Andrews. I ritratti sono il suo pezzo forte ed è solita girare in lungo e in largo per il globo terrestre per andare alla ricerca di soggetti capaci di catturare la sua attenzione. Il lavoro che ho apprezzato in modo particolare è quello intitolato “Guards”, ovvero una serie di ritratti di poliziotti e militari di 22 diversi paesi. Quello che colpisce è la forza evocativa di ogni singola foto, capace di anticipare la storia di una nazione e di un popolo attraverso il semplice ritratto di un rappresentate delle sue forze dell’ordine. Sebbene lo scatto possa apparire piuttosto elementare nella sua composizione, di fatto contiene in se una molteplicità di elementi ed informazioni. La divisa del militare, diversa in ogni paese, i tratti somatici del soldato che caratterizzano ulteriormente la sua razza ed il suo paese di provenienza, il contesto in cui viene fotografato che ci informa ulteriormente sul luogo in cui ci si trova.
Se le mie proposte vi sono piaciute procederei con una bella intervista ad ognuno di loro, che ne dite?