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Plush and Safe | Godblesscomputers

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Stavo per cominciare questa recensione confessandovi che il secondo disco di Lorenzo Nada non mi stava parlando come avrei voluto, non mi stava soffocando di ricordi come Veleno aveva fatto. Ero terribilmente dispiaciuta di iniziare con Closer e farlo scivolare come un pezzo di Chet Faker molto ben riuscito ma che di pugni al cuore non me ne dava. Poi è arrivata Clouds, e Prisoners e Lotus flowers and tears. E con Light is changing mi sono arresa al fatto che Godblesscomputers riesce a farmi dimenticare dove sono per trascinarmi nelle sue emozioni, che cominciano piano, piano, ritoccate e confezionate, e poi si schiudono all’improvviso. Quasi come se si guadagnasse prima la tua fiducia, per poi sconvolgerti con tutto il suo mondo.

 

 

Ci sono partenze, addii, primi amori scoperti, cresciuti negli anni e difficilmente lasciati andare. Ci sono parole, rumori di vita vissuta in sottofondo, respiri uniti e sospiri liberatori. C’è poi quell’abisso di silenzio che ti sommerge fino a toglierti, nuovamente, il fiato. E ti rendi conto che sei lontano, in quel posto remoto della tua mente dove proteggi tutto il tuo passato e conservi quei pensieri che non racconterai mai. Per quanto lui stesso ci dica che è un album profondamente autobiografico lo sentiremo sempre filtrato dalle nostre storie e forse non lo capiremo mai fino in fondo. Ma più lo ascolti più lo vuoi scoprire e più lo scopri più puoi accorgerti di come lui ci metta il cuore, in ogni suono, in ogni passaggio, in ogni immagine che evoca. E capisci ce la sua musica nasce e vive con l’urgenza di esternare qualcosa che si ha dentro da troppo, qualcosa di talmente intimo che raccontarlo fa quasi paura, sembra una violazione, ma che diventa una liberazione e un sollievo. Una sicurezza.

 

Godblesscomputers | sito album

 

Hai una label discografica? Sei un dj, producer o beatmaker?
Manda la tua roba all’indirizzo mail:
music@ziguline.com

Noi ascolteremo ogni beat, sentiremo ogni singola nota
e magari ci facciamo scappare un Beans.

Claudia Losini

scritto da

Questo è il suo articolo n°175

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