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Professione gallerista, parte seconda

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Completiamo il nostro breve viaggio nel mondo dei giovani galleristi (leggi la prima parte) incontrati in occasione di Arte Firiera / Art First di Bologna. Di seguito l’intervista a due galleristi campani, Annarumma di Napoli e Tiziana di Carlo di Salerno.

Rahimi Tiboni

Francesco Annarumma, Annarumma 404 Gallery, Napoli, fondata nel 2002

Perché hai aperto una galleria d’arte?

Venivo dal collezionismo privato, ho fatto semplicemente diventare la mia passione il mio lavoro.

Quando hai iniziato hai trovato un mondo dell’arte chiuso ed elitario o sei stato subito apprezzato e accolto?

Quando ho aperto a Napoli ho avuto il piacere di ricevere il supporto dei più importanti collezionisti della città, quando invece ho provato ad aprire una sede a Milano ho trovato un ambiente molto più ristretto e chiuso, privo di curiosità direi. Nessuno dei collezionisti si è interessato e così ho deciso di chiudere lì.

È difficile il rapporto con gli artisti dal punto di vista commerciale?

A volte purtroppo gli artisti non riescono a capire che una galleria ha delle spese, la galleria è un impresa e come tutte le imprese deve avere dei profitti. Non siamo una onlus o una fondazione, spesso quando veniamo alle fiere siamo gli unici a non guadagnarci. Direi che è un rapporto davvero difficile.

Quando hai aperto hai cercato dei fondi? E come è il vostro rapporto con il territorio?

Devo dire che a Napoli le istituzioni sono del tutto criticabili, si realizzano mostre con budget spropositati rispetto al risultato come nel caso del museo MADRE, e vengono poi date piccole commesse per zittire le lamentele come nel caso della metropolitana, la verità è che a Napoli l’arte contemporanea è stata utilizzata come strumento del potere.

Cosa diresti ad un giovane che vuole aprire una galleria?

Dipende da che livello si vuole raggiungere, direi che si deve avere un buon occhio, avere dei fondi, del coraggio e molta pazienza.

Tiziana di Caro, Tiziana di Caro Gallery, Salerno, fondata nel 2008

Hai fatto tutto da sola?

Si rigorosamente!

Perchè proprio una galleria d’arte?

Perché l’arte è sempre stata la mia passione, e perché dopo aver lavorato per anni in un galleria e quando avuto abbastanza coraggio e forza ne ho aperto una tutta mia!

Quando hai iniziato hai trovato un mondo dell’arte chiuso ed elitario o sei stata subito apprezzata ed accolta?

Mi sono sentita apprezzata da subito devo dire, avendo lavorato per così tanto tempo in questo ambito è ovvio che non ho fatto un salto nel buio, avevo già dei contatti solidi, e devo dire che soprattutto nell’area campana anche i galleristi più affermati di me spesso mi aiutano e mi danno consigli. Poi è una catena di contattati una cosa tira l’altra..

E’ difficile il rapporto con gli artisti dal punto di vista commerciale?

Non credo sia giusto che gli artisti si preoccupino degli aspetti commerciali, è un compito che deve spettare a me. Se un artista lavorasse solo con l’intento di vendere credo che non avrebbe grandi risultati. In ogni caso è un rapporto sereno direi.

Quando hai aperto hai cercato dei fondi? E come è il vostro rapporto con il territorio?

Assolutamente no, anche se non posso dire di aver cercato appoggio nel territorio, mi sento di dire però che a volte sono rimasta delusa. Inoltre se sei una piccola galleria non ha diritto proprio a niente. Per esempio una volta volevo realizzare un progetto nelle strade della mia città e alla fine volevano che fossi io a offrire alla città il mio spazio per le loro cose! E’ stato deludente.

Cosa diresti ad un giovane che vuole aprire una galleria?

Direi di non farlo subito! E’ un momento in cui il mercato è davvero fermo. E’ stata davvero dura ultimamente è vero anche che andiamo verso la ripresa ma ci vuole un po’ di tempo.

Laura L.

scritto da

Questo è il suo articolo n°36

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