Un tuffo nel mondo di Professor Bad Trip con A Saucerful of Colours
Lo scorso 11 novembre a Palazzo Velli Expo è stata inaugurata Prof. Bad Trip – A Saucerful of Colours, la seconda tappa della retrospettiva dedicata al grande fumettista ligure Gianluca Lerici e io sono andata a vederla, soprattutto per tutti quelli che come me non avevano avuto modo di conoscere così da vicino l’arte di questo grande interprete della scena underground italiana del secolo scorso. Una mostra da vedere assolutamente anche perché a mio avviso è stata allestita molto bene e rende giustizia alle bellissime opere dell’artista presenti nelle quattro sale che la ospitano.
Dopo la Teké Gallery di Carrara, tocca alla capitale rendere omaggio alla creatività di Prof. Bad Trip con oltre quaranta dipinti, una serie di opere grafiche, sculture, poster, francobolli, collage e complementi di arredo e di design realizzati dall’artista ligure dagli anni ’80 ai 2000. Lavori straordinari che colpiscono l’occhio dell’osservatore per molteplici aspetti, a cominciare dallo spettacolo cromatico che accompagna ogni singola opera e che ci avvicina verso la conoscenza di quel suo mondo ironico e ribelle, figlio del progresso tecnologico tra CD, computer e videoclip.
E sono proprio l’ironia e la ribellione le due componenti essenziali dell’arte di Prof. Bad Trip, le quali testimoniano l’appartenenza dell’artista alla scena della controcultura punk, leggere alla voce Holocaust ovvero gruppo musicale di cui dal 1980 al 1982 fu il cantante, e il suo avvicinamento alla psichedelia e successivamente al cyberpunk che trovano riscontro in tutte quelle opere, fumetti e poster inclusi ovviamente, nelle quali è particolarmente forte la sua visione apocalittica del mondo che traduceva in pagine di fumetti cibernetici.
Questo trova riferimento in tutte quelle opere in cui l’essere umano viene a contatto con una realtà sofisticata, fatta di navicelle, robot e circuiti elettrici che prendono il sopravvento in tutti gli ambiti della vita quotidiana dell’essere umano dando l’idea di trovarsi di fronte a quello che la critica ha voluto definire visionario ovvero portavoce indiscusso di una rivoluzione futuristica creata appositamente per scardinare l’evoluzione umana e creare nuove generazioni di creature forgiate per diffondere la parola di un essere supremo e visibile solo nei meandri dei congegni delle macchine del futuro. “Le certezze crollano, la realtà cristallizzata si frantuma” così recita una dei suoi personaggi contenuti in KathodicKarma, quel volto dagli occhi bionici emblema della sfida al tempo presente e che nel pensiero dell’artista sarebbe stato spazzato via da un futuro travolgente fatto di colori forti e vibranti, quelli incastrati sulla superficie delle sue opere che con l’ausilio di occhiali 3d, messi a disposizione di ogni visitatore, sembrano ospitarci nella loro profondità sconvolgente.
Tante sarebbero le cose da raccontarvi su Prof. Bad Trip, chi ha avuto la fortuna di conoscerlo da vicino decanta non solo la sua bravura artistica ma anche la sua propensione verso una costante attività creativa mai inquinata dall’ossessione per il computer, lui che, come mi ha raccontato un suo seguace, non aveva nemmeno il telefono cellulare ma solo tanta passione per un’arte così emotivamente toccante e dissacrante al tempo stesso.
La mostra,curata da Tabularasa Teké gallery all’interno delle sale di Palazzo Velli Expo, chiude sabato 3 dicembre quindi avete ancora un paio di giorni!
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