Portraits
“Racconti poco illustri, già illustrati” è la rubrica che, partendo dalle illustrazioni di un artista inconsapevole, narra brevi racconti immaginari.
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Avrebbe senso lasciarsi, arrivati a questo punto. Alla fine, perché continuare a fingere, trascinarsi in questa specie di amicizia sacra, dove il corpo è trattato alla stregua di un cencio. Mi sembra di essere vittima di un giuramento che non ho mai pronunciato: “Alice sarò tua per sempre”. Forse l’ho creduto, al primo orgasmo sicuramente. Ora quelle parole sono coppe vuote senza liquido dentro. Stasera glielo dico, dovrà trovarsi un’altra casa, magari le do un po’ di tempo. Certo, devo beccare un momento in cui non sia presente quella stronza di sua madre. Quanto pensa di fermarsi ancora a casa nostra? Allora è deciso, quando torno dalla spiaggia stasera glielo dico. Ora mi alzo, metto il costume a pois e parto, non ha senso stare qui a tergiversare.
Quante volte ti ho detto di non fumare nel bagno, Alice? Di non fumare in generale, lo sai che fa male. Poi cosa credi, che non si senta l’odore di fumo, arriva fino in cucina. Con quella finestra aperta ti prenderai il raffreddore. Pensavi fossi lei, vero? Quando mi hai sentita entrare. Ho dimenticato di avvertirti, scusa. Avrei dovuto dire qualcosa, ti è venuto il dubbio che potesse essere lei, non è vero? Fino a che non sono entrata nel bagno, hai avuto quel dubbio. Mi spiace. Non tornerà più a casa, Alice. Continuerai a credere che possa aprire di nuovo la porta ma non è così. Vado a mettermi a letto. Finisci pure la sigaretta e non chiudere la finestra che così cambia l’aria.
Maledetto vento con questa sabbia che ti entra negli occhi. Eccole di nuovo, le gambe si agitano sulla soglia dell’acqua, eccole lì, bianche come la spuma, le vedo. Sembrano calzini spaiati in una lavatrice quasi vuota. Dev’essere proprio forte la corrente, avrà fatto bei metri dall’ultima volta che ho guardato. Non ce la fa a restare a galla. Ci aveva provato, prima, a reagire alla corrente ma quand’è così forte c’è poco da fare. Di nuovo, agita la mano destra, no, forse è la sinistra. Non riesco a capire di che colore sia il costume, nero? Blu scuro? Sono forse pois quelli che vedo? Forse spuma, la solita spuma. Dannata sabbia che entra negli occhi, ora l’ho persa. Avrà fatto altri metri? Sono sicuro fosse lì, in quel punto. Maledizione. Ah, ecco, ecco un braccio di nuovo. Guarda come si agita, un serpente nella morsa letale. Mi sembrano decisamente pois quelli.
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L’artista inconsapevole è Olga Tranchini.