Rimescolo al Hangar CultLab di Ancona
Rimescolo è la vicenda di un emiliano-romagnolo, pensionato CGIL, che potremmo definire di spirito anarchico o vetero-socialista, anticlericale, che con il suo bizzarro gruppo di amici si mette alla ricerca di una ritualità laica che gli permetta di superare quei momenti in cui “ci prende un gran rimescolo, certe volte, e non sappiamo a chi andare a dirlo”. Saletti, questo è il nome del protagonista, “voleva pregare ma non credeva in Dio”, e allora cosa fare? Come vivere questa apparente contraddizione interna? Come ritrovare un senso del sacro, che pure abbiamo dentro, non lasciandolo ad esclusivo appannaggio delle chiese? Quest’uomo scalcinato, ridicolo e simpatico che viene dalla terra di romagna ed è superstite delle ”magnifiche sorti progressive” del socialismo italiano, decide che anche gli atei devono poter “socializzare il rimescolo”, la contentezza di esserci, “mistero non meno impegnativo della tristezza di dover scomparire”. E così si inventa un bizzarro gruppo di preghiera laico, che tenta – in pantaloncini corti, pedalini a mezz’asta e camicie di terital – di mettere in piedi nuovi riti per tutti i “non aventi Chiesa”. Il “rivoluzionario progetto di outing della spiritualità laica” di Saletti conduce ad un risultato malinconico ma dice, in forma tragicomica, della necessità per l’uomo di oggi di “riempire” e onorare in qualche modo “la maestà del vuoto”.