A proposito di illustrazione: Risograph, Patate&Cozze
È molto più di un collettivo, sono quindici amici, tredici dei quali bravissimi illustratori e tutti appassionati di patate e cozze (come dargli torto!), forgiano stampe e fantastiche robette autoprodotte e io ho avuto il piacere e anche l’onore di scambiare quattro chiacchiere con loro, soprattutto per farli conoscere anche a voi e farveli piacere come piacciono a me. Ivan Abbattista, Rosalba Ambrico, Isabella Bersellinil, Alfonso Cirillo, Domenico D’Introno, Roberto D’Introno, Massimiliano Di Lauro, Ivan Iosca, Pelo Di Cane, Giovanni Forleo, Carla Indipendente, Valentina Lorizzo, Patrizia Mastrapasqua, Paola Rollo e Serena Schinaia sono i simpaticissimi quindici di Risograph Patate &Cozze e oggi si raccontano su Ziguline. Buona lettura!
Iniziamo dal perché del nome di questo collettivo.
Patrizia Mastrapasqua: Dare un nome alle cose è sempre un po’ complesso… nel nostro caso: buona la prima!
Risograph patate e cozze è un gioco di parole tra un piatto tipico (riso patate e cozze) della nostra regione, la Puglia, e lo strumento che utilizziamo per stampare i nostri prodotti, la risograph.
La risograph, per chi non lo sapesse, è una specie di ciclostile elettronica; noi ne utilizziamo due e i proprietari di queste macchine sono i ragazzi di xyz officine che si occupano di prototipazione e diavolerie varie.
Come è nata l’idea di questa unione?
Valentina Lorizzo: Una soluzione alla depressione di noi illustratori solitari. Una valvola di sfogo, pensare insieme a progetti divertenti, senza prenderci troppo sul serio, autoproducendoci. Ci siamo aggregati in maniera casuale, ognuno portando con se un amico dotato di matita. Siamo un gruppo fluido, non ci sono porte chiuse, anzi.
Per il resto, lo spirito goliardico, la passione per aspetti visivi grotteschi e per una narrazione anti-retorica tengono insieme i progetti RP&C pur nelle sue così differenti parti.
Raccontateci dell’esperimento PPG – Pazzi per Gesù.
Roberto D’Introno: PPG è il nostro primo progetto, l’idea è stata presa al volo tra le mille venute fuori raccontando cavolate intorno ad un tavolo, e poi è diventato realtà.
PPG /Pazzi Per Gesù è una fanzine che mette insieme le rocambolesche avventure di ben quattordici amici di Gesù; amici che non sono quei noti dodici + 2, ma quattordici personaggi conosciuti ai più come Santi o Santissimi. PPG ricorda un breviario di quelli che si trovano nelle chiese in mano alle vecchie bizzoche. 14 gli illustratori coinvolti, ognuno dei quali ha scelto il proprio santo catturando particolari assurdi nelle loro biografie (assolutamente vere, ma non sempre), come cammelli che intervengo nelle beghe tra i Santi Medici, una lunghissima barba che cresce sul viso di Santa Vilgefortis durante la sua ultima notte da nubile, delfini che surfano con San Nicolino nel porto di Trani e via dicendo.
Cosa significa fare illustrazione in collettivo?
Alfonso Cirillo: Fare illustrazione in collettivo, significa uscire da quella visione diffusa del creativo solitario. Lavorare a un progetto comune è stimolante, e permette crescita e scambio, oltre a creare sinergie dalle quali poi nascono prodotti interessanti e variegati.
I progetti di PPG e Cooly Noody sono la prova di come basti un gruppo ben assortito per dar vita a qualcosa di nuovo e, in questo caso, con le tette al vento.
Inoltre, far parte di un gruppo significa anche rinunciare in parte alla propria personale visione, o ai propri metodi creativi per considerarne di altri, di nuovi e in tanti casi più interessanti.
Da non sottovalutare la poliedricità espressiva e stilistica che un collettivo è capace di esprimere nei suoi lavori. Essere in tanti, per alcuni versi, è un problema, ma ha anche molti aspetti positivi, uno tra questi è appunto la molteplicità di sguardi che, su un tema, riusciamo ad aggregare.
Presentateci l’ultimo progetto, “Cooly Nodi”.
Paola Rollo: Cooly Noody è il secondo progetto di Rp&c: un calendario illustrato composto da tredici mesi, che si allunga dunque comodamente fino a gennaio 2018. È una raccolta di illustrazioni ispirate al nudo femminile sulla scia del calendario di “nudo artistico”, feticcio che arreda carrozzerie, palestre e bar con corpi tonici e lucentissimi di donne più o meno note.
Chi saranno le vostre “modelle” del calendario?
Massimiliano Di Lauro: Da varie direzioni è stato inevitabile approdare a una riflessione personale e collettiva insieme, su una tematica importante e molto viva in questo momento che riguarda il ruolo stesso della donna nella società.
Ognuno ha interpretato in maniera assolutamente personale la “donna nuda”, le ispirazioni sono disparate: chi si è ispirato alle vicissitudini delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, chi ad un film cult degli anni ’80, chi alle riviste porno dello stesso decennio; chi si è rifatto alla pratica giapponese delle shibari.… quasi tutti hanno inserito un pene nella propria illustrazione.
Cosa vi augurate per l’anno nuovo?
Ivan Abbattista: Che il dio danaro ci mandi uno yacht rosa con la scritta Cooly Noody sulla fiancata e dotato piscina piena di champagne…no dai, a parte gli scherzi, lo yacht va bene anche verde militare!
(Aspettatevi in primavera un altro progetto top!)
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