roBOt festival: il miglior modo per dare il benvenuto all’autunno
Finita l’estate dei festival open air si apre quella delle rassegne indoor. Evento di punta per la nuova stagione autunnale è il roBOt, manifestazione internazionale dedicata alla musica elettronica e alle arti digitali organizzata dal collettivo Shape. Giunto all’ottava edizione il roBOt è ormai da considerarsi, a mio avviso, il vero unico festival italiano di spessore internazionale, l’unico della penisola che non scopiazza le line-up, ma mette su un cartellone sempre originale e ricco di nuovi spunti e nuove proposte non solo musicali.
Dopo aver chiuso l’edizione 2014 registrando la massima affluenza dalla sua nascita, anche quest’anno è confermata la consueta location di Palazzo Re Enzo per le attività diurne e, per il secondo anno consecutivo, l’area Bologna Fiere per la programmazione notturna. Palazzo Re Enzo situato nella piazza centrale della città rappresenta il cuore dell’intera manifestazione con proiezioni, workshop, la sezione dedicata alle arti visive e i live più raffinati. Presenti all’interno del complesso del XII sec. numerose installazioni audio/video interattive.
RoBOt 2015 si svolgerà a Bologna dal 7 al 10 ottobre, ma come d’abitudine ormai, anche quest’anno ci sarà un’interessantissima preview che avrà luogo il 20 settembre nella storica Sala Bibiena del Teatro Comunale. Per questa performance inaugurale quelli di Shape hanno scelto un artista che non ha bisogno di presentazioni, Apparat, producer berlinese che proporrà l’anteprima italiana di Soundtrack Live, ultimo progetto in cui sono mescolate le sue creazioni per teatro e cinema.
Tema del robot08 è #XLR8. Dopo quello dello scorso anno #lostmemories, l’ottava edizione “punta i riflettori sulla banalità del (nor)male, sul presente ipertecnologico, aumentato”.
#XLR8 un filo conduttore che unisce la scelta degli artisti in line-up al bando indetto a inizio anno da Shape con lo scopo di ricercare nuovi artisti esortandoli a lavorare attraverso arti digitali e interattive capaci di raccontare le peculiarità di un esistenza accelerata e a comporre narrazioni iperrealistiche della realtà contemporanea. Questo ulteriore impegno di Shape concretizzato nel contest call4roBOt porterà all’interno della manifestazione i 21 progetti vincitori nel segno di #XLR8.
Inoltre, continua anche in questo 2015 la collaborazione, avviata lo scorso anno, tra roBOt e la città di Buenos Aires, polo artistico più attivo del Sud America, segno che la rete alla quale stanno lavorando i ragazzi del collettivo Shape non è solo relegata a territori circostanti.
Risulta davvero riduttivo descrivere in poche righe il roBOt, definito da me e da tutti gli altri che ne parlano un semplice festival. Alla luce di quanto detto in maniera molto sommaria in questo articolo si deduce infatti che roBOt è un progetto molto più ampio rispetto a una semplice rassegna musicale.
Il successo di tale evento e l’incremento annuale di interesse da parte del pubblico lascia supporre che la direttrice che stanno seguendo quelli di Shape è qualcosa di molto originale in cui proposte, ricerca e intuizioni offrono un mix culturale di spessore e un senso notevole di progettualità che vede in ogni edizione un’integrazione di quella precedente.
Ulteriore binomio collaborativo collaudato è ormai quello roBot/Red Bull Music Academy, che sul palco dedicato al brand partner presenterà tra gli altri il nuovo live set di Nathan Fake e Levon Vincent e l’imponente soundsystem di The Bug.
Addentrandoci ora nella line-up devo dire che è davvero complicato fare dei nomi tralasciandone altri, ma in un qualche modo ci provo. I lanci ufficiali che annunciavano gli artisti sono stati ben 5 ultimo dei quali arrivato proprio qualche ora fa e, come se non bastasse, molti degli show annunciati sono vere e proprie anteprime.
Tra le decine di artisti impossibile non citare Squarepusher che performerà il nuovo album Damogen Furies con un live di sicuro impatto visivo. Ci sarà la dance di Siriusmodeselktor che ormai rappresenta uno dei progetti danzerecci più intensi nel panorama elettronico mondiale.
Ampio spazio dedicato alla techno ovviamente in tutte le sue declinazioni, da quella più pura di Powell a quella di Nina Kraviz e Helena Hauff, passando per l’industrial di Bora. Per gli amanti di house music sottolineo il live di Ben Ufo ma soprattutto il back2back tra Daphni (al secolo Caribou) e Floating Points.
Per chi invece predilige musica più ricercata e sperimentazioni sonore da non perdere assolutamente sono i due live di Clark e Trentemøller. Il primo forte della più che motivata sponsorizzazione di Brian Eno, con cui ha anche collaborato, proporrà un live che lambisce le atmosfere più visionarie della techno. Trentemøller credo possa essere identificato come uno dei nomi più importanti di questa ottava edizione di roBOt. L’artista danese è uno dei più poliedrici producer in attività, esordisce nei primi anni 2000 con sonorità deep-house, ma che nel corso della sua attività compie innumerevoli piroette sonore spaziando dal minimal al trip-hop, dalla microhouse al glitch strizzando però anche l’occhiolino alle influenze rock.
Con Trentemøller i concetti di dj-set e live-set perdono del loro significato tradizionale e nel corso degli anni le sue performance si sono arricchite non solo di contaminazioni stilistiche ma anche della presenza di synth e tastiere che favoriscono cambi di direzione imprevedibili. La glaciale antistar danese entra di diritto nella storia dell’elettronica.
Infine, a voler essere campanilisti, è doveroso segnalare la presenza quest’anno di numerosi artisti italiani che a differenza di qualche anno fa non sono soltanto dei riempivi, ma rappresentano in alcuni casi delle vere e proprie stelle nascenti, in altri invece, realtà universalmente riconosciute come ormai è Populous, leccese d’origine ed internazionale di fama.
Presenti anche Lorenzo Nada aka Godblesscomputers che presenterà live Plush and Safe, album della consacrazione, e Yamamoto Kotzuga, uno dei talenti più interessanti di casa nostra giunge anch’egli al roBOt presentando il suo nuovo lavoro discografico. Questi sono solo 3 dei nomi nostrani a dimostrazione di una vitalità italica da non sottovalutare negli ambienti dell’elettronica che conta.
Non potendo elencare tutti i nomi presenti vi invito a consultare il sito ufficiale del roBOt e comprare i biglietti dato che stando alle cronache postume dello scorso anno i delusi rimasti fuori per sold-out non sono stati pochi.