Salvatore Esposito
Sebbene realtà come quelle di Scampia a Napoli sembrano essere quasi metabolizzate dalla pubblica opinione grazie anche alle tante cronache giornalistiche ed ai vari Gomorra, credo che sia comunque difficile convincersi che davvero possano esistere in Italia, a pochi chilometri da una delle città più conosciute ed apprezzate (e discusse) al mondo come Napoli, dei microcosmi paralleli dove le regole dell’esistenza quotidiana non abbiano nulla a che fare con quelle a cui tutti noi siamo da sempre abituati a convivere. Quello di Scampia ha tutta l’aria di essere un paradosso socialmente accettato che quasi non fa più scalpore. La surrealtà delle immagini di questi luoghi è tale che quasi non sembrano essere frutto di vita reale ma il risultato di un riuscito set cinematografico. Sarà anche questo uno dei motivi per cui Scampia è per molti solo un capitolo di un romanzo drammatico e non un quartiere di Napoli dove Stato e Società hanno abdicato ai loro rispettivi ruoli?
Questa è la riflessione che viene fuori guardando gli scatti di Salvatore Esposito, fotografo napoletano in forza alla agenzia Contrasto e premiato nel 2009 per il suo reportage “Droga e microcriminalità a Scampia” con il Terry O’Neal Award , una menzione d’onore al Prix de la Photographie Paris ed un secondo posto al China International Press Photo Contes.
Per chi volesse saperne di più: salvatoreesposito.it