Sarah Small e le sue ammalianti ossessioni
Dopo aver scoperto questa fotografa statunitense, non sono riuscita a staccarmi dalle sue immagini, esattamente come succede quando fumi un sigaro. Assapori lentamente, lasci fluire le sensazioni sotto il palato e nonostante bruci la gola, non si può evitare un’altra boccata. Nonostante le immagini in questione siano spesso inquietanti e perturbanti non si riesce a smettere di guardarle.
Temi dominanti cicatrici e gemelli, due ossessioni. La nostra Sarah Small riesce a mescolare perfettamente bellezza e brutalità. Nelle sue fotografie gli sguardi, le espressioni e i corpi imperfetti restituiscono allo spettatore sensazioni confuse.
È poco più che trentenne ma ha già riscosso un notevole successo negli States, dove è nata e cresciuta e dove ha incominciato la sua carriera. A conferma della sua ecletticità, Sarah dal 1997 fotografa se stessa ogni giorno con una Polaroid ed è una cantante di musica balcanica nel quartetto Black Sea Hotel. Indagando la storia fotografica della Small, ho scoperto che dietro ai più recenti lavori si celano circa quindici anni di sperimentazioni durante i quali si sono susseguite esperienze molto distanti tra loro che lasciano trasparire l’indole stravagante di una delle più notevoli fotografe esordienti.
Nelle sue fotografie le terribili cicatrici e le mutilazioni si alternano con estrema grazia a donne bellissime o a enigmatiche figure doppie. Immagini di animali e bambini si alternano con fantasia ad anziani in lacrime e amanti impertinenti.
Spesso i soggetti dei suoi scatti sono oggettivamente belli, ma nella maggior parte dei casi si tratta di persone comuni o addirittura con evidenti deformazioni, eppure ne risultano scatti di una bellezza misteriosa. I toni e gli spazi vengono perfettamente dosati e i collage che crea l’artista raggiungono perfettamente l’obiettivo, provocare.
L’ossessione di luglio di Ziguline è il corpo e Sarah Small avrebbe sicuramente molto da dire in proposito. Il suo è un lavoro che osserva il corpo da un punto di vista inaspettato dove non è interessante solo ciò che è bello, ma è interessante ciò che si presta al movimento e che si rispecchia nella realtà, tutto questo servito su accostamenti umani e materiali davvero interessanti. Infatti, come dichiara: “I create bold images of disquieting subject matter packaged in candy-coated color, nervy compositions, and close croppings. I photograph the rawest emotional underbelly of scenes that I both find and fabricate. My subjects are often found on the fringes- bodybuilders, twins, prostitutes, aliens; or, they are found in the every-day – mom, dad, cousin, co-worker, but I transform them all in a way that renders them iconoclastic, theatrical, and intentionally confrontational. I photograph force, chaos, and intimacy.”
Fotografa spesso personaggi al limite e li mescola in contesti lontani da loro o banalmente molto vicini. La Small vuole metterci di fronte alla diversità e farci riflettere su come sia bella e allo stesso tempo irrilevante e lo fa stemperando isteria, sensualità e inquietudine.
La diversità sta alla base anche dei suoi cosiddetti Tableau Vivant. Si tratta di performance ambientate nei più disparati luoghi come un appartamento, un edificio storico o semplicemente un set fotografico. All’interno di queste cornici pone personaggi insoliti e li fa interagire attraverso movimenti e suoni. Con i tableau la Small esplora l’essere umano attraverso improbabili interazioni tra i modelli che sceglie e che mette nello stesso spazio. Il tutto viene concepito esattamente come un quadro, dove i vuoti sono riempiti dalla difversità.
Per chi volesse saperne di più: sarahsmall.com
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