Saturno Buttò, il fascino delle tenebre
Se c’è in Italia un artista contemporaneo in grado di stupire è di certo Saturno Buttò, maestro veneziano classe ’57 da sempre nel mondo della pittura ad olio, contraddistinto da una tecnica impressionantemente fotografica. Il gusto classico dei suoi dipinti, però, non è tutto ciò che l’artista ha da offrire, ma c’è molto di più, qualcosa che potrebbe essere definita come una fascinazione rivolta verso la parte più cupa, tenebrosa ed enigmatica dell’essere umana. Le tematiche affrontate da Buttò non sono di certo leggere. Esse spaziano nell’oscuro, mescolando insieme sacro e profano, religione e sesso estremo, pornografia e mitologia. Il tutto, però, rappresentato da pennellate raffaellesche, impetuose e feroci, dotate di una forza e di una bellezza sconvolgenti. Oggi Buttò espone nuovamente alla Mondo Bizzarro Gallery di Roma, fino al 4 settembre, che con questa mostra (intitolata “Blood is my favourite colour”) ha inaugurato i suoi nuovi spazi in via Sicilia 251. Abbiamo raggiunto l’artista alla vernissage dell’esposizione romana per rivolgergli qualche domanda sulla sua vita, la sua opera e il suo pensiero artistico.
Partiamo dall’inizio: com’è nata la tua passione per la pittura e come si è svolto il tuo percorso nel mondo artistico?
È iniziato tutto da bambino, ricordo che fin da allora mi piaceva dipingere. Dopo il liceo e l’Accademia di Belle Arti mi sono dedicato, per mio conto e per diversi anni, al perfezionamento della tecnica ad olio. Poi ho deciso di pubblicare un catalogo nel 1993, esattamente 13 anni dopo il diploma all’Accademia. È da quel momento che ho iniziato ad esporre le mie opere al pubblico.
Parlami della tua tecnica. Ha un gusto classico, fotografico direi, ma si approccia e contamina di tematiche forti, che vengono rese ancor più impattanti grazie ad essa. Come mai hai optato per questa scelta particolare?
Riguardo alla tecnica, al di là di una certa vocazione, l’ho sempre detto: non c’è un’immagine che risulti più “autorevole” di un dipinto classico. Se dovevo esprimermi in qualche modo avevo bisogno di avvicinarmi perlomeno a quell’ideale. Le tematiche scelte sono l’espressione di quello che mi circonda. Non c’è alcuna forzatura, lascio che le “cose accadano”. L’unica attenzione è quella di non cedere ad un’arte che sia puramente decorativa.
Concentriamoci sulle tematiche allora: religione, satanismo, sesso estremo, mitologia. Come nascono le idee che verranno trasposte nelle tue opere?
Se il soggetto predominante è la figura umana e non si vuole fare decorazione o trattare tematiche politico-sociali, non rimangono molte cose. In definitiva siamo corpo e spirito, e la nostra vita si dipana nel perenne conflitto tra bene e male. Le mie idee spesso nascono dopo essermi relazionato con le persone che decidono di raccontarmi di sé.
Perché mescoli religione ed erotismo?
Nella nostra cultura l’idea del “peccato” è piuttosto radicata e religione ed erotismo sono molto vicini. Come si fa a non mescolarli insieme?
Che ruolo ha la donna nelle tue opere? È un soggetto da te preferito rispetto all’uomo? Perché?
Ho già avuto modo di dire che “dipingo volentieri quello che non conosco”. La donna è un soggetto che vorrei (o forse no) conoscere. È l’incarnazione della natura, il mistero primario ed io ne sono irresistibilmente attratto. Tutta via le ragioni che fanno prevalere la figura femminile a quella maschile è anche di ordine tecnico: è più facile, infatti, trovare modelle piuttosto che modelli.
Cosa pensi dell’arte e degli artisti contemporanei? Che direzione pensi si stia prendendo nel settore e come vedi il futuro artistico italiano?
Non penso di essere abbastanza informato sul panorama artistico italiano e mondiale, però voglio immaginare, dopo decenni di “tutto può essere arte”, un ritorno alla qualità ed unicità del prodotto artistico, sotto tutti i punti di vista e non necessariamente rappresentato dalla pittura.
Riguardo al futuro in Italia non so neppure se ci sia mai stato un presente artistico, e al di là di qualche galleria (poche) capace di mostrare cose che vanno al di là della mera operazione commerciale, non vedo nulla di più. Ma si sa, i problemi stanno a monte purtroppo.
E dell’arte erotica cosa ne pensi? Gusto del provocare o fascino del tabù?
L’espressione “arte erotica” ha a che fare con l’illustrazione, che può essere più o meno provocatoria. G. Hartmann diceva che “la grande Arte è sempre accompagnata dalle sue due oscure sorelle, l’empietà e la pornografia”. Per me l’arte è arte e basta, deve essere “iniziatica”.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Nel prossimo autunno ho in programma una personale con un nuovo catalogo monografico, che si aggiunge a questo di Roma, a Napoli.
Per saperne di più:
www.mondobizzarrogallery.com/home.asp