Sebastião Salgado, il lato scuro della moderna società capitalistica
Ciò che rende Sebastião Salgado uno dei più grandi fotografi dell’ultimo secolo è l’aver fatto della sua passione e professione una missione di vita con un obiettivo ben preciso, dare un volto ed una voce a quei quattro quinti della popolazione mondiale che da secoli garantisce col proprio sacrificio l’attuale condizione di benessere del restante venti per cento rappresentato dalla società occidentale.
Salgado è un fotografo nato in Brasile nel 1944, ma da anni ormai vive a Parigi, ha cominciato agli inizi degli anni settanta la sua attività di foto giornalista e foto documentarista. E’ stato anche membro della nota agenzia fotografia Magnum prima di avviare la propria agenzia “Amazonas Images” con l’aiuto della moglie Lelia Wanick Salgado. Tutto il lavoro di Salgado è stato improntato e finalizzato al racconto fotografico della condizione umana dei lavoratori impiegati nei settori più poveri e duri dell’economia capitalistica come l’agricoltura, l’industria, il settore minerario e la pesca, ed è per questo suo impegno e costante attivismo a favore di una classe lavoratrice dimenticata, gli sono stati riconosciuti i premi e le onorificenze più prestigiose. Una delle opere più monumentali realizzate da Salgado è rappresentato dal volume “Workers, La mano dell’uomo”.
Un volume che raccoglie ben 350 scatti in bianco e nero in cui vengono descritte le condizioni di vita e di lavoro dei raccoglitori di tea in Ruanda, quelle dei costruttori di dighe in India, dei lavoratori nelle acciaierie di Francia ed Ucraina, dei coltivatori della canna da zucchero in Brasile, degli operai nelle catene di montaggio in Russia e Cina e dei minatori in Indonesia. Workers è un’opera monumentale con cui Salgado offre un tributo ad una classe lavoratrice che ha saputo conservae la propria dignità anche nelle condizioni più difficili. L’opera si divide in sei parti, Agricoltura, Industria, Petrolio, Costruzioni, Alimentare e Minerario. L’elemento che accomuna le foto pubblicate nel libro è che in nessuna di queste il lettore troverà uno sguardo sorridente o la prova di una soddisfazione per il lavoro svolto.
Il mondo raccontato da Salgado è fatto di scene di duro lavoro, alienazione e lotta per la sopravvivenza. Secondo il mio personale parere questa è un’opera che va letta aldilà della sua grandezza dal punto di vista fotografico. Lo studio e la conoscenza di un’opera del genere è un ottimo promemoria per non dimenticare uno spaccato della nostra quotidianità che la gran parte di noi non è abituata a considerare, ma che meriterebbe una maggiore attenzione e riflessione.
Di seguito troverete il link con un’anteprima del libro ed un video documentario (l’ho trovato solo in spagnolo purtroppo) sull’opera.
Buona riflessione.
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