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Siamo stati a Fuoco

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Rieccoli, questa volta in grande spolvero, ritornano sulla scena Kaf&Cyop e non come siamo abituati a “vederli” solitamente, grazie ai loro messaggi sui muri napoletani. No, questa volta hanno fatto il loro debutto nelle gallerie, quelle ufficiali, esponendo in una loro personale nella Galleria Overfoto di Napoli.

foto di Lia Zanda

L’ultimo loro vernissage a cui ero stata, era il provocatorio DINIEGO tenutosi dietro al più celebre museo MADRE. Tanta gente ad apprezzare gli artisti che esponevano nel loro ambito, la strada, per fare il “verso” alle opere esposte all’interno del museo. Ebbene è cambiato tutto, Kaf&Cyop lontani dall’illegalità e dall’illecito varcano la soglia dell’arte riconosciuta, con la mostra “FUOCO” in città fino al 9 aprile. Per chi si aspettasse di ritrovare il modus operandi classico dei noti artisti partenopei si troverà, come me, di fronte una piacevole novità. Tutta la mostra è allestita con piccole ceramiche, cambia la tecnica ma sono quelli di sempre i mostriciattoli che animano le provocatorie immagini. Riconoscibili i soggetti e i colori, nuova e piacevole la tecnica utilizzata, che si presta a volumetrie che la carta non permette. Senza girarci troppo intorno, chiaramente dico che la mostra mi è piaciuta tantissimo.

foto di Lia Zanda

Perfetta anche la dimensione della galleria, solitamente un po’ striminzita nelle altre mostre, ottima con opere di piccola dimensione come queste. Veramente tanti i pezzi esposti, con tanti spunti interessanti, come al solito provocatori e acuti anche nei titoli delle opere , indicati non con i soliti cartellini, ma scritti a matita sul muro, per non perdere le vecchie abitudini! Queste iniziative aprono all’accettazione ed alla presa di coscienza del valore artistico che il movimento della street art innegabilmente possiede. Chissà se i puristi del genere apprezzeranno il cambiamento, certo è che di gente all’apertura della mostra ce n’era veramente tanta. Ma dopotutto le cose cambiano…i writers pure.

Il resto delle foto nel photoblog

Lia Zanda

scritto da

Questo è il suo articolo n°30

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