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Siamo stati a Glad to see you

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Dopo il successo di Tende a zero di Agostino Iacurci che noi abbiamo avuto il piacere di documentare qualche settimana fa, la NUFactory, in collaborazione con il Teatro Palladium di Roma, presenta al pubblico la mostra Glad to see you – Bizarre Dee meets Pane, un evento che rientra nel ciclo Oversize curato da Christian Omodeo e aperto al pubblico fino al prossimo 8 aprile..
Bizarre Dee e Pane, due artisti della capitale, due stili, due menti che si incontrano per la prima volta dopo una fuga all’estero.
Il primo è nato nel 1982 e poco più di dieci anni dopo è già sulla scena del writing internazionale e tuttora continua ad esporre in contesti nazionali ed internazionali come San Briec, Cromiae e Roma appunto.
Il secondo invece, classe 1974, legato alla scena dell’aerosol art della capitale, ha fondato nel 2002 il collettivo Why Style con cui partecipa a molteplici mostre sia in Italia che all’estero.

Il primo è tornato a vivere in Italia dopo un’esperienza a Stoccolma, il secondo continua a vivere ad Amsterdam dove si è trasferito nel 2004.
La NUFactory li ha fatti incontrare per la prima volta in una mostra nella loro città che li vede protagonisti indiscussi di un percorso artistico in costante crescita, sempre puntato verso il desiderio di trasmettere la loro voglia di evasione dalle leggi imposte dalla quotidianità, quel grigiore contemporaneo che nasconde il finto perbenismo borghese dei palazzi del potere della capitale. È questa la loro forza, il loro punto di incontro, il linguaggio con cui osano corrompere il tempo e la circolarità dell’esistenza urbana.

foto di Eva Di Tullio

Entrambi si distinguono per la loro capacità di oltrepassare lo spazio fisico su cui si sprigiona la creatività, siano essi i muri e le superfici urbane da cui è nate la loro dedizione per i graffiti, sia le tele su cui imprimere la giusta dose di colori che andranno a sconvolgere la neutralità del bianco.
La mostra offre ai visitatori la possibilità di approfondire la conoscenza di due artisti che hanno un’idea ben chiara su cosa significa oggi fare street art, quella che colpisce lo sguardo di chiunque, quella che compare nei posti più impensabili, che non si assoggetta a nessuna legge, quella che travalica i confini imposti dalla proprietà privata. Quella immediata. Quella vera.

foto di Eva Di Tullio

Eppure non disdegnano di presentare opere realizzate su altri supporti che non siano all’aperto, un segno inconfondibile della versatilità artistica che li contraddistingue e li rende impassibili di fronte a qualsiasi tentativo di etichette e omologazione culturale. Entrambi si affidano al carattere sovversivo della loro arte e credono fermamente nell’aspetto qualitativo che deriva dal giusto equilibrio tra opera e ricezione. È per questo che continuano a stupirci a colpi di colori e immagini deliranti, come quelle di cui vi stiamo parlando. Su tele e disegni compaiono personaggi che sembrano provenire da fumetti, illustrazioni per bambini un po’ cresciuti che amano le variazioni cromatiche di cui si cibano a colazione; martiri religiosi scortati da incappucciati afferenti ad un dio pagano che si manifesta nel sonno; e poi ancora un eroe a metà tra Superman e l’incredibile Hulk che mostra i suoi bicipiti tenendo in mano il trofeo più ambito dalla globalizzazione, un multistrato McDeluxe con carne di pollo con annesso sigillo di garanzia.
Se ancora non vi sentite sazi di immagini allora fermatevi davanti all’istallazione realizzata dagli artisti, una mega composizione ottenuta utilizzando frigoriferi da recupero su cui i nostri artisti capitolini hanno dato il meglio di se stessi. Un altro modo per raccontare come la creatività non trova ostacoli.

Eva Di Tullio

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Questo è il suo articolo n°178

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