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Siamo stati ad Animal, la personale di Borondo alla RexRomae

Questo 2015 è iniziato all’insegna delle grandi mostre e noi vi abbiamo coinvolto almeno in tre grandi occasioni: Etnik alla Galleria Varsi, Any given post-it alla White Noise e Sten+Lex alla Wunderkammern dove per quest’ultima abbiamo sguinzagliato il pezzo forte della nostra redazione, il mitico Stefano Ponz che si è presentato come sempre in forma smagliante.

©BlindEyeFactory_Borondo_Animal

E così mentre il nostro Ponz si gustava l’inaugurazione della mostra del duo dello stencil made in Italy, io me ne andavo in giro per Londra a catturare un po’ di street art a Shoreditch, tra un pezzo di Millo e uno di Stik, passando per i giganteschi conigli di ROA, piacevolissimi capolavori che incuriosiscono come quando vengono adocchiati per la prima volta.

©BlindEyeFactory_Borondo_Animal

In realtà, non mi trovavo a Londra per caso e questo perché qualche mese fa, a dicembre per essere precisi, durante l’inaugurazione di un progetto artistico al MACRO di Roma ho avuto l’onore di incontrare un nostro caro amico, Simone Pallotta, il quale mi ha passato la soffiata della personale di Borondo che sono andata a vedere un po’ anche per voi, per raccontarvi le opere e le emozioni di chi c’era il giorno dell’inaugurazione.

©BlindEyeFactory_Borondo_Animal

Dunque, dopo aver saputo della sua mostra ho comprato il biglietto e ho atteso che arrivasse febbraio per potervi raccontare che sono stata all’inaugurazione di Animal, la personale di Borondo alla RexRomae di Londra e credo di poter affermare che questa sia una delle più belle mostre che io abbia mai visto. Una collezione pazzesca di opere bellissime nelle sale della RexRomae che quel 5 febbraio è stata presa d’assalto da un numero impressionante di visitatori.

©BlindEyeFactory_Borondo_Animal

In ogni sala sentivo parlare in italiano, tanti erano infatti i connazionali presenti all’inaugurazione, come il nostro amico Davide Rossillo di Memorie Urbane. Tutti estasiati di fronte a tanto talento, quello dell’artista spagnolo che io ho iniziato a seguire negli anni trascorsi a Roma, quando prendeva di mira le vetrine di alcuni negozi dismessi realizzando delle incisioni di cui ho piena la macchina fotografica.

©BlindEyeFactory_Borondo_Animal

Ho avuto il piacere di conoscerlo ad Ostiense in occasione del festival Outdoor non troppo tempo fa e credo che uno degli ultimi pezzi realizzato da Borondo nella Capitale sia il volto coperto da una mano sotto la tangenziale di San Lorenzo, uno dei più significativi, realizzati con rullo, grande, immenso, così bello che gli altri lavori in giro per il quartiere, caratteristico anche per questo, impallidiscono. Non me ne vogliano i miei amici artisti che a San Lorenzo hanno lavorato prima di lui con tanti bellissimi pezzi, ma il grande lavoro di Borondo, si impone su tutto il resto come un biglietto da visita della street art a Roma.

©BlindEyeFactory_Borondo_Animal

Con Animal, l’artista spagnolo ha voluto esplorare il conflitto tra i nostri istinti innaturali e il tempo presente, sempre più condizionato dalla nostra sottomissione alla tecnologia e alla paura dell’incognito attraverso istallazioni, video e opere realizzati su vari supporti.

©BlindEyeFactory_Borondo_Animal

Le opere sono dislocate in otto aree tematiche nelle quali è possibile ammirare le collaborazioni di Borondo con altri nomi molto conosciuti nell’ambito dell’arte urbana, ovvero l’artista spagnola Carmen Maín, il nostro Edoardo Tresoldi, il quale ha arricchito l’esperienza visiva nella galleria con le sue bellissime sculture e, infine, l’artista greca Despina Charitonidi.

©BlindEyeFactory_Borondo_Animal

Davvero tante le opere esposte, in cui ogni spettatore credo abbia provato emozioni diverse e contrastanti di fronte ai soggetti rappresentati dall’artista, il quale invita a riflettere sul concetto di natura, sulle sue creature e tra cui anche noi. Un invito a pensare alle cose che la nostra mente è riuscita a creare nel corso della storia, l’uso degli strumenti tecnologici e a come questi riescano ad influenzare il nostro modo di essere al mondo e trattare gli elementi circostanti e la natura stessa, soprattutto quella umana.

©BlindEyeFactory_Borondo_Animal

Avrei voluto trascorrere una nottata intera sola dentro gli spazi della galleria, dormire con i video che giravano a ripetizione e risvegliarmi in mezzo a quel mare di foglie sul pavimento della prima sala, che prepara lo spettatore alla mostra. E tutto questo per nascere nuovamente tra la mia carne e lo spazio su cui essa si adagia, in un continuo divenire senza paura attraversando la natura e la capacità dell’uomo di creare la sua esistenza intorno ad essa.

©BlindEyeFactory_Borondo_Animal

Una forte emozione che attraversa il corpo e la mente, un’esperienza sensoriale pari ad uno spettacolo greco in cui Dioniso e Apollo convergono nello stesso momento.

©BlindEyeFactory_Borondo_Animal

Ecco perché vi dicevo che è una delle mostre più belle che abbia mai visto. Uscire dal concept della strada per entrare in quello della galleria è un’esperienza delicata per ogni artista abituato a lavorare su determinati supporti e a tempistiche diverse ma Borondo ha saputo dimostrare di essere un artista senza etichette e imposizioni. Un grande giovane artista che non smetterò di seguire.

©BlindEyeFactory_Borondo_Animal

La mostra verrà chiusa il 26 Febbraio quindi siete ancora in tempo per comprare un biglietto per Londra.

Tutte le foto sono di The Blind Eye Factory.

 

Borondo | sitofacebook

RexRomae | sito facebook

The Blind Eye Factory | facebook youtube

Eva Di Tullio

scritto da

Questo è il suo articolo n°178

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