Siamo stati al Biogram Festival di Bologna
Anche quest’anno a dare inizio alle “danze” estive bolognesi ci ha pensato il Biografilm Festival, evento dedicato al cinema che racconta vite, storie e personaggi promosso dall’associazione Fanatic About Festivals. Dal 9 al 14 giugno, per la sesta edizione, il tema unificatore delle sei giornate sono stati gli anni sessanta “il Bello, il Boom, la Dolce vita” in Italia e all’estero. L’inizio del Biografilm porta con sé sempre due notizie: una buona, l’imminente arrivo dell’estate e con essa delle numerose serate organizzate nei posti più disparati della città; una cattiva, la sessione estiva dei tanto attesi esami universitari. Quest’anno per la prima volta sono riuscito a “ritagliare” dei giorni liberi dalla mia forsennata vita universitaria e dedicarli interamente al Festival e a tutto ciò che gli sta intorno. Munito del mio accredito stampa, una sorta di raccomandazione legale, e dell’immancabile programma, mi sono aggirato indisturbato tra le sale della Cineteca e il Biografilm Village creato all’interno della Manifattura delle Arti, nel cuore della Cineteca, simbolo della cultura cinematografica di Bologna.
Come ogni festival cinematografico che si rispetti anche il Biografilm ha avuto il suo, alterativo, red carpet con al centro una sorta di cascata-fontana per richiamare uno dei simboli di quegli anni ’60 , la Fontata di Trevi e la dolce vita romana. Naturalmente tanti sono stati i volti noti che hanno caratterizzato questa edizione tra questi: Charlie Kaufman, uno dei più surreali sceneggiatori hollywoodiani; Mario Monicelli, il padre della commedia all’italiana; John Scheinfeld, scrittore regista e produttore di alcuni dei più famosi documentari sulla storia della musica; Jeremiah Zagar, presidente della giuria e vincitore con In a Dream del Lancia Award | Biografilm 2009; Yangzom Brauen madrina di questa edizione divenuta nota dopo la sua interpretazione di Inari nel film Aeon Flux; Micheael Palin, uno dei membri della leggendaria banda di comici inglesi i Monty Python; Massimo Benvegnù autore di saggi e monografie sul cinema attualmente stabilizzatosi ad Amsterdam.
Cinque sono stati i Focus che hanno scandito giornalmente gli “impegni” dei visitatori cercando di fare luce sugli altrettanti protagonisti: John Lennon, Alberto Manzi, Angela e Lucia Giussani, Peter Sellers e Fabrizio De André. Tantissime le pellicole proposte tra le quali anteprime nazionali e qualche anteprima internazionale. Ho apprezzato molto The U.S. Vs Jonh Lennon, realizzato da Jonh Sheinfield con la collaborazione di David Leaf, che ripercorre gli anni che lo vedo impegnato insieme a Yoko Ono nella divulgazione di messaggi di pace (War is Over). Il docu-film è stato introdotto dallo stesso regista che in modo molto ironico ha raccontato le varie fasi di realizzazione . La pellicola mette in evidenza la parte meno conosciuta, alle nuove generazioni, dell’artista ma soprattutto da una visione differente del “ruolo” di Yoko Ono spesso frainteso. Non da meno è stato The Time of their lives che attraverso la vita delle tre protagoniste: Hetty, Rose e Alison, affronta problemi che tutt’oggi risultano attuali, la guerra e le manifestazioni pacifiste, la morte cercando di sottolineare, a volte, ironicamente il senso della vita. Mi è dispiaciuto non vedere The River Man, il film che ha ricevuto il premio Lancia Award | Biografilm 2010, di John Maringouin già premiato al Sundance 2009.
Al di la dei vari film proposti sono state organizzate “serate a tema” che personalmente non mi hanno entusiasmato in modo particolare anche perché nella maggior parte dei casi si sono rivelate un po’ “flosce”. L’ultima sera è stata la più movimentata anche grazie al dj-set a cura della Goldmine Factory che ha portato i più folli, molti, a tuffarsi nella fontana cercando di coinvolgere più gente possibile. Una piccola nota di demerito va fatta per quel che riguarda le “Biografilm Card” che in molti casi hanno creato disagi ai proprietari per gli omaggi “misteriosamente terminati”creando tra i possessori non poca rabbia.
Le altre foto nel photoblog a cura di Virginia Vannucchi