Siamo stati al Comicon
Il Comicon tra il 30 aprile e il 2 maggio ha raccolto circa 30.000 visitatori da tutta Italia e questo probabilmente grazie al fatto che non è solo fumetto, ma molto di più. Infatti, pur rimanendo una fiera, lo fa con un certo stile. Quest’anno si conclude la serie CMYK, sigla che racchiude il “segreto” per ottenere la migliore stampa a colori in tipografia, e che ha visto l’avvicendarsi di ciano, magenta, giallo e per finire nero (la K sta per BLACK) come colori tema del salone. Il nero è stato interpretato nelle sue più disparate declinazioni e metafore dando vita a mostre e proiezioni legate a questo “colore”. Un’organizzazione niente male e un programma varissimo ricco d’incontri con disegnatori e autori e il momento autografi, dove file chilometriche di appassionati aspettavano pazienti (o impazienti?) il proprio turno. Tra i tanti ospiti Milo Manara, Stefano Benni, Gilbert Hernandez, i Manetti Bros e alcuni artisti dell’Urban Superstar Show. Ci sono talmente tante iniziative di cui poter parlare che davvero non saprei da dove partire. Beh, comincerò dall’inizio.
Innanzitutto, quest’anno il Comicon sposa il Gamecon e si divide tra la sede storica di Castel Sant’Elmo e la nuova della Mostra d’Oltremare. Nella prima come prevedibile rimangono gli editori, gli antiquari, gli incontri con gli artisti, le proiezioni, i laboratori per le scuole e le mostre. Nella seconda, invece, si concentra il Gamecon con i vari tornei di giochi e videogiochi, le librerie, il merchandising, i cosplayer e i tutti i derivati del fumetto. Appena arrivata a Castel Sant’Elmo, in una soleggiata giornata primaverile, mi imbatto subito nella seducente mostra Fumetti neri o del Fattore K che rappresenta un omaggio a quel filone degli anni ’60 che “vide il proliferare di personaggi criminali politicamente scorretti fino a un filone erotico e grossolano, che divenne molto popolare anche grazie al formato tascabile.”. Le immagini sono riprese appunto da fumetti come Jacula, Belfagor, Jolanda, Super Black, Dominò e altri ancora tra cui la chicca Lando, ispirato all’instancabile seduttore Lando Buzzanca. Ovviamente non poteva mancare il più rappresentativo dei personaggi neri, vale a dire Diabolik. Via via che mi muovo negli ambulacri del castello incontro numerosi stand dove entusiasti i giovani ed emergenti fumettisti si prestano a piacevoli chiacchierate sul fumetto, sulle loro aspettative e su cosa vogliono esprimere con i propri lavori e via via che mi muovo, faccio incetta di spille, storie illustrate, adesivi e chi più ne ha più ne metta. Esposti e soprattutto in vendita libri, magliette, riviste, cartoline e addirittura fumetto al metro e storie da costruirsi da soli con l’aiuto di forbici e colla stick.
Sicuramente molto interessanti anche le altre mostre. Quella sul mitico personaggio The Spirit di Will Eisner campeggia al centro di uno dei mille corridoi o la mostra fotografica Italian Cosplay allestita nello spazio del Klab Kestè Laboratories che riprende momenti di vita da cosplayer in giro per l’Italia. E ancora Futuro Anteriore Nero, dove giovani artisti si cimentano in storie brevi seguendo il tema dell’Uomo NERO, inteso come confronto con le paure ancestrali e sociali. Ovviamente ne viene fuori un po’ di tutto, da storie estremamente dark impregnate di atarassia, alla rivisitazione dell’uomo nero nelle vesti di un baby-sitter stressato dai terribili bambini vittime, in seguito alle varie malefatte, della fantomatica ninna-nanna. Inoltre, non bisogna dimenticare la serie di proiezioni del CartooNa e la Mobile Art Lover, che espone circa trenta tavole disegnate a mano nientepopodimeno che con un iPhone. Al cospetto di tanti maestri del fumetto sarebbe stato il caso di gridare allo scandalo, ma che ci vuoi fare, i tempi cambiano. E’ inutile elencare tutte le proposte perché mi perderei in un inventario di nomi, ma sicuramente posso dare un giudizio complessivo molto positivo sulla manifestazione di Castel Sant’Elmo. Lo stesso non vale per la mostra d’Oltremare che a parte la simpatica invasione di giovanissimi cosplayer, si è limitata a una semplice fiera del fumetto, dove oltre a espositori di albi vari e appetibili gadget non c’era nessun momento troppo interessante. Tuttavia, credo che gli appassionati di giochi da tavola e videogiochi supertecnologici si siano divertiti molto, oltre a bruciarsi qualche neurone. Il bagno di adolescenti vestiti da personaggi dei cartoni animati però mi ha fatto tornare indietro nel tempo.
Non si può certo tralasciare il ricco programma del Comicon Nero e gli altri eventi collaterali al salone del fumetto, tra cui L’Audace Bonelli al Pan, Urban Superstar Show al Madre, Nero Napoletano a Villa Pignatelli e Luce Nera al HDE. Il ComiconOff offre eventi in diversi luoghi della città tra cui Evaluna, Fnac, Feltrinelli, Scuola Italiana di Comix, la Fonoteca e il Trip. Trascorrere la giornata al Comicon è stato molto rilassante, un bell’ambiente e tanto da curiosare, una specie di maxi salotto. E poi, se a qualcuno non fosse piaciuto, rimaneva comunque il panorama. Il fumetto va inserito a pieno titolo nella categoria delle arti visuali e dopo questo sopralluogo, ne sono sempre più convinta.
Per saperne di più: comicon.it
Le altre foto a cura di Gemma Capezzone sul photoblog