Siamo stati al Kernel Festival
Lo scorso anno partecipammo al Kernel Festival con grande curiosità e ne eravamo rimasti positivamente colpiti. Avevamo lasciato Villa Tittoni con la speranza di aver visto solo il primo episodio di una lunga serie ma quest’anno la magia non si è ripetuta.
Milano è da qualche giorno sotto lo scacco di Caronte e l’idea di trascorrere una serata all’aperto è molto allettante. Decidiamo di partecipare alla serata del sabato, quella che offre la line-up di maggiore interesse, almeno per i nostri gusti. Arriviamo poco prima della mezzanotte a causa di una deviazione stradale (causa festa di paese) che manda in tilt il nostro navigatore satellitare e che ci costringe ad abbandonare l’auto e raggiungere a piedi la location.
Secondo il programma al nostro arrivo nella corte dovrebbe esserci una sessione di Interactive Mapping a cura di Welovecode e Tigrelab ma tutto tace.
Purtroppo a causa del nostro contrattempo non riusciamo a visitare i laboratori e le mostre allestiti al primo piano della villa, ci dirigiamo verso il parco dove nel frattempo è iniziato la performance degli Spektrum. La loro leader usa tutta la sua energia per coinvolgere il pubblico ma ad ascoltarli non siamo in tanti, per fortuna il pubblico è aumentato decisamente quando concludono la loro performance con la hit Kinda New.
È il momento della performance audiovisual mapping di Mike Todd e King Britt, tutti giù sull’erba e con il naso all’insù per più di mezz’ora, anche se lo spettacolo è stato introspettivo al punto di smorzare l’energia positiva portata dagli Spektrum.
Quando riparte la musica ho la sensazione che il pubblico sia leggermente disorientato e fatichi a prendere il ritmo della techno di Mass Prod, complice probabilmente il volume un po’ troppo basso l’atmosfera resta sottotono anche quando in consolle sale Onur Ozer.
Mi dispiace che l’edizione 2012 del Kernel non sia stata all’altezza della precedente ma spero vivamente che quella del prossimo anno possa tornare ad emozionarci.
Per saperne di più: