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Siamo stati al Napoli Pride

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Sulla figura del cosiddetto “femminiello” esiste un’apposita voce su wikipedia che lo descrive in questo modo: “Il “femminiello”, o “femmeniello” è una figura omosessuale tipica della cultura tradizionale popolare partenopea di aspetto marcatamente effeminato se non proprio travestito. La figura del “femminiello” esiste da molto tempo nel panorama omosessuale campano, all’interno del quale riesce a godere di una posizione relativamente privilegiata grazie alla sua partecipazione ad alcune manifestazioni folkloristiche (a volte anche di ambito religioso come la “Candelora al Santuario di Montevergine ad Avellino” oppure la “Tammurriata” alla festa della Madonna dell’Arco). Il femminiello è una figura che fa parte del tessuto sociale dei quartieri popolari del centro storico di Napoli dove è una persona rispettata. Occasionalmente può venire canzonato in modo benevolo o affettuoso da persona conosciuta del quartiere, alla quale egli però sa rispondere prontamente e a tono con una battuta salace. Generalmente il femminiello viene considerato persona che porta fortuna. Per questa ragione è invalso l’uso (sempre nei quartieri popolari) di mettergli in braccio il bimbo appena nato e scattargli la foto; oppure farlo partecipare a giochi di società quali la tombola.

Sotto questo aspetto potremmo dire che la città di Napoli sia stata davvero all’avanguadia per quel che riguarda il riconoscimento, in tempi non sospetti, di forme della sessualità diverse da quelle istituzionalmente e convenzionalmente accettate. Ovviamente quelli di oggi non sono più i tempi del “femminiello” e anche Napoli vive le stesse contraddizioni tipiche di tantissime altre città dove la vita della comunità glbt deve vedersela con continue e più o meno subdole forme di discriminazione all’interno di una società che si considera moderna ed emancipata. Per quel che riguarda la giornata del 26 giugno a Napoli possiamo solo dire che per l’ennesima volta la gente ha dato prova del suo storico senso di tolleranza, che spesso e volentieri si è trasformato in vera e propria complicità, alla faccia dei tanti che avevano gettato dubbi sull’opportunità di tenere a Napoli questo genere di manifestazione.

Di seguito il nostro video racconto.

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Le foto all’interno del nostro photoblog

Il gran capo

scritto da

Questo è il suo articolo n°3459

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