Siamo stati al World Wide Festival
Museo, spiaggia, anfiteatro a picco sul mare, club improvvisato sotto al faro della città. Un casino più o meno controllato di persone che si spostano da una location all’altra, tutte spinte da un unico grande amore: la musica che negli anni Gilles Peterson ha sdoganato in tutto il mondo. Questo è il World Wide Festival (quinta edizione). Non somiglia al Sonar signori miei, nemmeno a Dissonanze.
Non ci sono workshop o conferenze, non ci sono chiacchiere, non ci sono fronzoli di nessun tipo, c’è soltanto una line up da urlo! Peterson conduce l’omonimo programma da Radio BBC a tutto il mondo, sul web e non solo, un personaggio unico nel panorama mondiale della musica, un big selector, grande talent scout. Colui che coniò e davvero lo fece, la parola “acid jazz” e tutto il movimento che ne ha caratterizzato la storia: dal nu jazz alla disco, dall’afro beat alla house, dal dubstep all’hip hop, dalla drum & bass alla techno, dall’urban soul al grime. Peterson ha portato tutto questo, in un evento unico e spettacolare nella città di Sète, al sud della Francia, a una manciata di km dalla Spagna. Dall’apertura col live supacoinvolgente di Dorian Concept, alla mancata performance di Joy Orbison e Gill Scott Heron e Flyng Lotus, (sostituito dal mago del djing Laurent Garnier), al massiccio dj set di Norman Jay sulla spiaggia, al live di D.O.P. finito nudo sul palco mentre urlava a una sorta di groupie “do you wanna be my giiiiiirl?” a Josh Wink, che in in due ore di dj set al Phare du Mole ha cappotatto anche i nordeuropei più ingessati. Il tutto incorniciato dalla presenza disciplinata di Neo Zelandesi, Australiani, Europei (pochissimi italiani).
Il vero party è stato all’ACD Beach, sotto fiumi di rosè, ogni pomeriggio con soundsystem spacca cuori dove Lefto si alternava a Simbad alle Ladybugz a Hugo Mendez. A concludere l’ultima notte, il dj set a sei mani del padrone di casa Peterson, Garnier e Jay! Il Theatre de la mer – mozzafiato anfiteatro sul mare – ha ospitato il live dei cubani Havana Cultura capitanato dalla voce potente di Danay Suarez, ma anche altri come Quantic y su Combo Barbaro e il tocco di classe degli africani Orchestra Polyrithmo de Cotonou . Grande rivelazione il set del mascherato SBTRKT che ha fatto ululare la pista in open air alle 5 del mattino, Teophilus London tra l’hip hop e l’elettronica, i dubstepposi Mala e Gonjasufi grandi spacca bassi e il garagissimo set di Floating Points con la voce live di Fatima. Un festival irripetibile se non nella seconda e unica tappa mondiale a Singapore il 27 e il 28 Agosto 2010.
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testi di Manuela Maiuri
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