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Siamo stati alla Marcia per la Pace

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15 Novembre 2008 a Punta de Vacas, Argentina, durante un simposio di studi umanistici viene annunciato il progetto di una marcia mondiale per la pace. 2 Ottobre 2009 da Wellington, Nuova Zelanda, il progetto si concretizza e la marcia parte per il suo viaggio in oltre 100 paesi nel mondo. 10 Novembre 2009, la marcia sfila a Bologna. Dove arriva la marcia, si attiva il comitato Regionale al fine di valorizzare il messaggio dei marciatori giunti in città.

foto di Filippo Carnevali

Per l’occasione, il comitato dell’Emilia Romagna, ha creato una serie di eventi che hanno inizio Sabato 7 con l’inaugurazione di una mostra fotografica. Per Domenica 9 era stata invece programmata una giornata di escursione alla Scuola di Pace di Monte Sole. Infine Martedì 10 si è tenuta una vera e propria marcia per le strade di Bologna. La marcia, organizzata in collaborazione con l’Associazione “Oltre…”, Podisti e Ciclisti Uisp, Coordinamento Podisti per non dimenticare e l’ Accademia do Ritmo Afroeira, ha percorso il centro di Bologna. Da Piazza Verdi, il cuore più o meno pulsante della vita universitaria, a Piazza Nettuno, passando per Via Indipendenza. Un percorso centrale che avvalora le dure richieste dei marciatori nei confronti delle potenze globali.

foto di Filippo Carnevali

La marcia infatti, non si muove da un’ideale astratto di pace, ma si anima di propositi e di richieste ben precise:
• il disarmo nucleare a livello mondiale,
• il ritiro immediato delle truppe di invasione dai territori occupati,
• la riduzione progressiva e proporzionale delle armi convenzionali,
• la firma di trattati di non aggressione tra paesi, e
• la rinuncia dei governi a utilizzare le guerre come metodo di risoluzione dei conflitti.

Creare un movimento globale, un flusso di persone unico e non frammentato che supporti questi ideali trasversalmente, è un obiettivo imprescindibile in un contesto storico fatto di problemi talmente grandi da riguardare ogni forma di vita, presente e futura. La scelta di marciare ha un valore aggiunto. Ha il valore aggiunto della fisicità, nell’epoca della virtualità. Non si tratta di portare un’affiliazione ideale, un’appartenenza elettronica e quasi irrilevante nella sfera del concreto. La marcia porta dei marciatori, delle persone, e crea eventi di sensibilizzazione e coinvolgimento dove questi marciatori posano i piedi. La scia, la “long tail” virtuale portata nel quotidiano.

foto di Filippo Carnevali

La programmazione bolognese della marcia ha visto due ultime tappe conclusive. La prima, la sera stessa della marcia, un concerto presso il locale Estragon. La seconda, il giorno dopo, un incontro con le istituzioni locali dove i marciatori hanno salutato la città di Bologna dirigendosi verso Attigliano, dove li aspettano giornate di informazione sulla clandestinità e l’immigrazione.

testo e foto di Filippo Carnevali

Il gran capo

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Questo è il suo articolo n°3459

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