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Siamo stati alla mostra Donnini a colori

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Siamo stati alla mostra Donnini a colori, la personale fotografica di Luca Donnini, presso i nuovi spazi della Mondrian Suite nel quartiere San Lorenzo di Roma, un evento curato dal direttore della galleria Klaus Mondrian in collaborazione con ELSEWHERE factory, che ha avuto luogo il 16 e il 17 aprile. La mostra di cui vi parliamo è stata un tripudio di autentica libertà espressiva sia nei soggetti scelti che nella tecnica mista, fotografia e pittura, una vera e propria devozione all’essere umano, alla materia che avvolge la sua anima e crea contatto con quella altrui.

courtesy Elsewhere factory

Le pareti bianche della Mondrian Suite sono state coperte con le sue opere, dei capolavori sul corpo umano, sulla nuda trasparenza della carne e degli sguardi dei soggetti rappresentati: esseri sospesi a metà tra la realtà e l’illusione, anime che vivono in bilico, che rifiutano ogni definizione e che non disdegnano di offrirsi allo spettatore che osserva. E’ un gioco di sguardi quello che si instaura tra lo spettatore e l’oggetto della rappresentazione, essi si scambiano i ruoli mescolandosi come carte da gioco; la fuga dal bianco e nero e il conseguente approdo momentaneo al colore, usato dall’artista per definire alcune linee dei soggetti, contribuisce a dare concretezza all’opera, la quale quasi sembra uscire dalla superficie che come un vetro non ci consente di toccare la parte disposta al di là della trasparenza. Tali opere rivelano perfettamente l’ immagine dell’artista: è irriverente, indisciplinato e eccentrico quanto basta per stabilire il silenzio intorno a sé mentre mi racconta come è nata l’idea del progetto Corpustrip che parte proprio con questa mostra di cui vi stiamo parlando.

Corpustrip è un’esposizione temporanea di fotografie realizzate da Donnini tra il 2007 e il 2010 che verranno esposte in varie città europee, ovvero una mostra itinerante che si svolgerà in luoghi di passaggio, oppure spazi abbandonati, o in via di riqualificazione che si portano dietro il segno dell’esperienza umana e del trascorre del tempo. Roma, Parigi, Berlino e molte altre destinazioni saranno alcune delle tappe in cui si potranno ammirare le sue opere, le quali verranno documentate tramite il blog di ELSEWHERE Factory in tempo reale. Inoltre, chiunque può sostenere il progetto attraverso una sottoscrizione popolare suddivisa in quote che consentirà agli ideatori del progetto di realizzare un video entro l’anno 2011. Un modo alternativo di sopperire alla mancanza di fondi alla cultura di cui il nostro paese è ormai vittima. Eppure c’è chi come lui ha ancora voglia di scommettere.

Luca Donnini, classe 1961, nato a Roma e figlio di un’Europa che ha cambiato volto costantemente, è il fotografo del corpo in movimento, egli offre allo spettatore le infinite sfumature delle identità di genere di cui nutre le sue opere: le sue prostitute, i suoi trans, le sue donne nude e carnose sembrano circolare negli spazi della galleria, ci offrono la loro presenza silenziosamente, come una danza senza musica, solo un suono dettato dai movimenti dei loro corpi. Ho avuto il piacere oltre che l’onore di conoscerlo personalmente, mi sono avvicinata a Luca Donnini in punta di piedi e, davanti ad un negroni e un caffè macchiato che ho lasciato freddare, mi ha aperto il suo mondo. Certamente non è uno di quegli artisti che si riesce ad intervistare con domande appuntate su carta e penna, nemmeno un registratore sarebbe in grado di stare dietro al proliferare di parole che prende forma nella mia mente.

courtesy Elsewhere Factory

Parla del suo progetto con molta devozione verso tutti coloro che hanno creduto nella sua idea e l’entusiasmo con cui ne parla lo rende artefice di una rivoluzione artistica che dalla sua mente si andrà concretizzando in ogni luogo in cui le sue opere verranno esposte lungo un viaggio senza una meta predeterminata.
Gli chiedo di parlarmi di un soggetto in particolare: in una delle sue opere c’è una donna dallo sguardo intenso che ha attirato la mia attenzione, si rivolge a chi la osserva come per renderlo partecipe di un gesto quotidiano, ma Donnini mi guarda e sorridendo quasi a denti stretti mi dice che non ha alcuna intenzione di rivelarmi l’identità della donna. Mi dice sottovoce che si tratta di una femminista, una rivoluzionaria.

Per chi volesse saperne di più: lucadonnini.it

Eva Di Tullio

scritto da

Questo è il suo articolo n°178

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