Vuoi essere informato sui nostri Ticket Deals?
Iscriviti alla nostra newsletter.

* obbligatorio
Close

Siamo stati alla murata collettiva al Quartiere San Lorenzo a Roma

Si parla di:

17 aprile 2010, ore : 16.30 , Roma, quartiere San Lorenzo, via degli Ausoni. Il cielo è grigio e l’aria densa e rarefatta. Le previsioni del mattino assicuravano pioggia fine in stile londinese. San Lorenzo mi pare addirittura mancare di colori oggi. Almeno fino a via degli Ausoni. Elsewhere Factory, collettivo di artisti e giovani che si occupa di promuovere artisti emergenti nel panorama romano, in collaborazione con il Laboratorio51, piccolo locale affacciato su via degli Ausoni, ha dato vita al progetto “ Collective ” : centoventi metri di muro pubblico a disposizione, per due giorni consecutivi, di artisti e collettivi che hanno la possibilità di “decorarlo” a proprio piacimento. Una sorta di galleria d’arte a cielo aperto, cui prendono parte i maggiori esponenti della street-art romana e non : Lucamaleonte, Omino71, Hogre, Pu:re, Agostino, Uno, il collettivo Arturo e molti ancora. Per la prima volta vedo via degli Ausoni libera da automobili e motorini ed occupata invece da artisti, opere d’arte in esposizione ( di cui mi colpisce un curioso orso in uno strano materiale di colore rosso acceso ), pennelli e barattoli di vernice. Arrivo nel pomeriggio di sabato, quando i lavori sono cominciati da poche ore. Cammino avanti e indietro per via degli Ausoni, fermandomi di tanto in tanto a guardare attentamente questo o quel pezzo di muro. Mi siedo, mangio fragole con panna ed osservo l’opera di Agostino prender vita davanti ai miei occhi : uno sfondo di colore scuro stellato, la sagoma ( per ora ancora bianca ) di un uomo e mani che dal basso lo sorreggono. Fumo e ne parlo con gli organizzatori.


ziguline: Anzitutto. Come è nato il progetto “ Collective ” e con quale finalità?

Elsewhere : Il progetto è nato dall’esigenza di imporre all’attenzione del quartiere di San Lorenzo, e per esteso della città di Roma, la sentita e impellente esigenza di esperienze e spazi dedicati all’arte pubblica e contemporanea. Roma pullula di artisti e progetti emergenti che non trovano spazi e modalità di espressione : noi di Elsewhere curiamo spesso anche esposizioni in luoghi privati e raccolti, che per loro stessa natura richiamano un pubblico già avvezzo e interessato, ma non raggiungono chi queste esperienze non le ricerca con scrupolo e di propria iniziativa. Non stimolano dunque tutte quelle persone che non sanno, o che si dimenticano, che in altre città europee partecipare ad esperienze collettive dedicate all’arte e alla cultura è considerato normale, fa parte della quotidianità delle persone, e ne determina fortemente la qualità della vita. Questa città è purtroppo abituata ad una fruizione dell’arte perlopiù limitata alle proposte e ai grandi eventi istituzionali, che in genere dedicano scarsa attenzione alla cultura contemporanea e alle esigenze reali e attuali delle persone, in quanto rispondono ad altre logiche e finalità. La finalità invece di bloccare il traffico in una strada al centro di Roma per 48 ore e riqualificare 120 metri di muro in degrado rendendolo un’opera d’arte a cielo aperto è in ultima istanza quella di ricordare alle persone che abbiamo bisogno di queste esperienze nella nostra vita, sono necessarie per vivere bene, e che dovrebbero accadere più spesso.

In un contesto organizzativo di tale tipo, mi spiego perfettamente la scelta di esponenti della street-art. Scegliere un muro pubblico come supporto delle opere di tali artisti permette effettivamente di ottenere l’attenzione anche di un pubblico meno avvezzo a tale arte ( più ignorante quindi, di può dire?! ). Quale sarà, secondo voi, l’impatto sul pubblico allora?

Speriamo che in primo luogo possa contribuire a migliorare la qualità della vita degli abitanti della zona ed anche l’impressione che il quartiere può dare allo sguardo di un visitatore, come di un luogo aperto all’arte contemporanea e a progetti culturali emergenti, quindi più ricco e più vivo: un luogo dove i movimenti e le tensioni culturali nascono e si esprimono, non si subiscono come imposte dall’alto.

Si tratta comunque di un progetto con una duplice funzione, artistica e sociale. Immagino l’organizzazione di un evento simile, tra consensi del Comune e burocrazia, piuttosto caotica. Si tratta solo di una mia impressione?

Senza la collaborazione del Laboratorio51, che ha sede in via degli Ausoni e ha prodotto l’evento, il coinvolgimento del Municipio di San Lorenzo non sarebbe probabilmente mai avvenuto. In qualche modo sì, la gestione è stata abbastanza caotica: ci sono stati diversi problemi nella comunicazione ‘ufficiale’ dell’evento, dove noi non siamo mai comparsi, e alcune restrizioni per quanto riguarda i contenuti collaterali dell’evento progettati in origine intorno all’estemporanea collettiva, che ne hanno modificato in parte l’assetto rispetto a come l’avevamo immaginato. Tuttavia è stato un primo grande passo, noi siamo molto orgogliosi del lavoro svolto, e siamo certi che anche il Municipio di San Lorenzo lo sia.

Eppure continuo ad immaginare davanti al muro vecchine lamentose dagli occhi sgranati e l’espressione attonita, e bambini divertiti dai colori sgargianti e da figure tutte diverse tra loro. E mi chiedo, oltre a via degli Ausoni ci sarà un altro muro?

Ci auguriamo proprio di si, ci stiamo già lavorando! Speriamo nell’intuizione dei nostri Enti Locali…e incrociamo le dita!

L’intervista finisce qui, dilungarmi sulla descrizione delle opere non avrebbe reso affatto giustizia alle stesse. Basta avere qualche ora libera per arrivare in via degli Ausoni ed avere la fortuna e la possibilità di apprezzare un’arte che riesce ad esprimersi al meglio soltanto nel suo stesso luogo di nascita, la strada.

Le altre foto sul nostro flickr

Chiara Crescenzi

scritto da

Questo è il suo articolo n°7

Sullo stesso genere:

Community feedback