Street art e politica, una poco insolita coppia
Può la street art mettersi al servizio della politica? La domanda non è per niente banale, se non altro perché sono tanti e diversi i modi in cui street art e politica hanno legato i loro destini negli ultimi anni. Tanti esempi che però possono essere distinti in due grandi categorie. Descriverle tutte e due in tremila battute è praticamenta impossibile. Inizio quindi dalla prima, rinviando al prossimo articolo per la seconda.
Quando penso ai rapporti tra street art e politica mi vengono quasi subito in mente quegli street artist che, con o senza autorizzazioni, realizzano murales ispirati a temi politici e sociali. Blu è probabilmente il miglior esempio possibile e un suo recente lavoro ispirato alla crisi dell’euro e realizzato a Salonicco alcune settimane fa, nell’ambito della Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo, conferma questa mia sensazione. I templi e le statue della Grecia antica crollano a causa di un sistema – finanziario più che politico – che si è rivelato incapace di costruire un’Europa unita su delle basi politiche e culturali solide.
Il mondo greco antico e la moneta unica di oggi, una volta accostati, formano un’immagine semplice, diretta ed efficace, che fornisce al tempo stesso diversi livelli di lettura. A prima vista, il murales sembra una contestazione delle scelte operate dal mondo finanziario europeo e internazionale in Grecia. A guardarla più attentamente però, quest’immagine invita piuttosto a riflettere sulle basi sulle quali stiamo costruendo oggi l’Europa di domani. Blu si chiede e ci chiede che futuro può avere un sistema politico che umilia il paese che è stato la culla della civiltà europea. Accostare i templi antichi e la moneta dell’euro diventa un atto di denuncia dell’insensatezza di un progetto politico europeo che si riduce a programmare pure scelte economiche, dimenticando o relegando in secondo piano i principi cardine – culturali e non finanziari – della società europea.
Politico per antonomasia, il murales di Blu ha una caratteristica che lo identifica: offre un messaggio chiaro che non si presta a interpretazioni fuorvianti. Nessun politico può imporre la propria visione dei fatti all’immagine dipinta da Blu, perché, per come è stato pensato e strutturato, il suo murales non accetta compromessi. Permette al massimo di condividerne il messaggio ed è questo probabilmente il motivo per il quale i presidenti e i parlamentari europei – così come quelli greci – sono rimasti alla larga da quest’opera.
Le caratteristiche che ho appena elencato sono quelle che definiscono il primo tipo di rapporto possibile tra street art e politica. Come potete osservare, è un legame che garantisce libertà di azione e di pensiero a entrambe le parti. Libertà agli street artist di scegliere i temi da rappresentare ed il modo in cui trattarli e libertà ai politici di condivederne o meno le proposte. È un equilibrio difficile da ottenere e da difendere e, infatti, è una soluzione che non è adottata con frequenza. Altre vie sono state considerate come più efficaci, tanto dagli stessi street artist quanto dai politici ed è quindi su queste che ci soffermeremo nei prossimi articoli.
PS: In queste ore, il nuovo Presidente del Consiglio italiano Mario Monti, ha deciso di coprire la riproduzione fotografica de La Verità svelata dal Tempo dipinto da Giambattista Tiepolo che Silvio Berlusconi aveva scelto come sfondo per le conferenze stampa. Al suo posto, sembra che si sia scelto di esporre un telo di colore azzurro sul quale saranno riprodotti il tricolore e la bandiera stellata dell’Unione europea. È una scelta in linea con il profilo ‘tecnico’ di questo governo. Ma sognare ad occhi aperti è sempre lecito. Allora, provate a chiedervi che reazione avreste se la scelta fosse invece caduta sul murales ateniese di Blu.