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Taming Technology, addomesticare la tecnologia

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Switch – Creative Social Network in collaborazione con Associazione Culturale Nub e Tempo Reale presenta Taming Technology – Addomesticare la Tecnologia, un programma che include performance, DJ set, installazioni, workshop ed incontri in cui sarà esplorato il territorio tra musica, arte e nuovi media. Tra le pratiche oggetto di indagine saranno discipline come physical computing, interaction design e hardware hacking, che trovano un filo comune nella ricerca di nuove modalità di interazione tra il dominio digitale e il mondo fisico.
Il programma si svolgerà il 22 e 23 aprile presso l’Associazione Culturale Nub a Montale (PI) e a Firenze il 29 e il 30 aprile nel complesso de Le Murate e al club Cargo. E’ un’iniziativa realizzata con il supporto del Comune di Firenze e dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma.

Taming Technology – Addomesticare la Tecnologia

Macchine di ogni tipo si aggirano nell’ambiente umano come bestie selvatiche. Seguendo un’evoluzione accellerata le nuove tecnologie proliferano ad una rapidità che sorpassa la capacità degli utenti di comprenderne gli aspetti fondamentali. In questo contesto si pone la domanda: quali macchine possono essere prede e quali predatrici? Se per cacciare i bisonti l’uomo ricorse alla pittura e per incantare i serpenti alla musica, di quali forme artistiche abbiamo bisogno per addomesticare la tecnologia?

Quiet Ensemble, duo romano composto da Bernardo Vercelli e Fabio Di Salvo, in “Quintetto” rilevano in tempo reale il movimento di cinque pesci rossi per determinare i parametri della sintesi sonora. Delle creature artificiali sono invece le protagoniste del lavoro di Matteo Marangoni “Speaker Botz”. Qui la ricerca elettroacustica sulla spazializzazione del suono si unisce alla cibernetica dando vita ad una serie di altoparlanti-robot in grado di muoversi autonomamente attorno agli ascoltatori. Sempre tra le applicazioni non convenzionali della robotica troviamo il lavoro di Ivan Henriques “Action Plant”, con il quale l’artista brasiliano propone di dotare le piante della foresta amazzonica di mobilità in modo che possano sfuggire agli incendi dei disboscatori. Toktek, pseudonimo dell’artista olandese Tom Verbruggen, campiona e manipola suoni di oggetti quotidiani in maniera estemporanea usando come interfaccia un joystick per i simulatori di volo. Eddie Spanier, nome d’arte del fiorentino Jacopo Addini, presenta “Turntable/Internal Combustion Engine”, un giradischi azionato da un motore a scoppio a due tempi in grado di riprodurre supporti audio in vinile. La ricombinazione e il misuso sono anche la modalità preferita da Lilian Beidler: il suo “So Fohn” è un’installazione interattiva in cui il pubblico dirige la danza caotica di cinque asciugacapelli. Holo Unplugged Laptop Ensemble sono un sestetto capitanato da Luigi Mastandrea che adopera i propri laptop come strumenti acustici privi di amplificazione. Giulio Ammendola con “Concretophone” propone una riflessione sociale che trasporta l’utente in un mix apocalittico di risponditorie automatiche e call center.

Il programma sarà aperto da una tavola rotonda che vedrà Alessandro Ludovico, editore della rivista Neural, Francesco Giomi e Damiano Meacci di Tempo Reale e Massimo Cittadini per Tranductors Connections, offrire le loro prospettive su new media art, musica elettronica ed interaction design.
La sera del 29 al Club Cargo si switcherà in party mode con Slugabed, DJ britannico delle scuderie Planet Mu e Ninja Tune, che propone un mix originale di beats tra l’hip-hop e la dubstep. Il programma sarà preceduto il 22 e il 23 aprile dal workshop di physical computing tenuto da Matteo Marangoni e Giulio Ammendola presso l’Associazione Culturale Nub a Montale in provincia di Pistoia.

Il gran capo

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Questo è il suo articolo n°3459

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