The Book of Bunny Suicides
Mi rendo conto che questo libricino non incontrerà il gusto di tutti i lettori, ma io lo trovo adorabile. “Piccoli soffici coniglietti che vogliono semplicemente farla finita”. Immaginate in quanti modi può voler morire un coniglietto, nelle strisce mute scommetto ce ne sarà almeno uno al quale non avevate pensato. L’autore Andy Riley dice di aver cominciato a lavorare alla serie dei coniglietti suicidi ad un pranzo di lavoro, dopo aver diseganto un coniglio che usciva da un tostapane, pensò di continuare.
È incredibile la fantasia e la ricerca cruenta di nuovi modi di farla finita, ci sono addirittura strisce con riferimenti all’arte e al cinema. Alla fine non sono cattivi, non danneggiano nessuno, cercano quando ci riescono di togliersi la vita. È inutile chiedersi perché questi coniglietti siano così determinati, chi non può accettare che questo accada può concentrarsi sulle strisce che mostrano la volontà e non l’epilogo, sperando che quello che è previsto non accada. Anche se ci sono testimonianze di vita vissuta che dimostrano che questi cari animaletti da compagnia sono autolesionisti. Il coniglio di una mia amica, ha volontariamente e ripetutamente colpito il piede di un tavolo con la testa, eppure sembrava un coniglio così felice. L’autore ci tiene a far sapere che in passato ha avuto un coniglietto, morto di morte naturale. C’è chi consiglia di non regalare il libro ad amici instabili o depressi, animalisti incalliti con poco senso dell’ironia e a tutti quelli che lo prenderebbero troppo sul serio.
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