Tim Patch è uno che ci sa fare col pisello ops pennello
Il Sesso, tema alquanto vasto che potrebbe suscitare tante curiosità che ruotano intorno a tale argomento. Per questo mi accosto all’universo sessuale pensando a cosa si potrebbe nascondere di tanto bizzarro e assurdo da destare la mia attenzione e, ponendomi varie domande, me ne viene in mente una in particolare: i propri attributi sessuali possono essere utilizzati in ambiti artistici? Ad un certo punto mi ricordo che un po’ di tempo fa avevo sentito parlare di un personaggio un po’ strano che dipingeva con il proprio “pennello”, non parlo di quello acquistato nel negozio di Belle Arti, anche perché non ci sarebbe nulla di cui stupirsi, bensì del proprio organo riproduttivo, quindi con il proprio pene.
Premetto che non è l’unico a dipingere in questo modo, tra le donne c’è anche una certa Viktoria, artista russa, specializzata in arte contemporanea che dipinge intingendo i suoi capezzoli nel colore e poi imprime il suo seno su tele, formando così dei disegni che tanto somigliano a fiori. Ritornando al mio pittore in particolare qualche anno fa varie riviste informazioni sul web menzionavano un certo Pricasso, nulla di attinente con il Cubismo, né è un mio errore di scrittura, ma questo è il nome d’arte di Tim Patch, pittore inglese che utilizza il suo membro come pennello per dipingere i propri quadri. La maggior parte delle sue tele sono autoritratti, tra questi l’ultima sua opera raffigura il volto del presidente Obama, realizzato accompagnato dalle note dell’Inno americano. Come lui stesso ci informa non è semplice utilizzare questa tecnica, perché dipingere di seguito in più di due giorni comporta un deterioramento dell’epidermide. È necessaria, quindi, una pausa di lavoro di almeno due settimane. Come spesso succede per questi eventi inusuali tutto comincia per scherzo e in particolare Tim Patch ha messo in azione le sue abilità artistiche durante un Natale di qualche anno fa, sebbene lui stesso ammetta di averlo fatto precedentemente, ma non in pubblico. E così anche io per scherzo lo contatto, mettendo in pratica il mio inglese “fai da te” che però mi aiuta a fargli le giuste domande, nate soprattutto per soddisfare le mie curiosità.
Chi è Tim Patch?
Il mio nome d’arte è Pricasso, nome ideato da me in Gran Bretagna, quando vivevo lì. Poi mi sono trasferito in Australia, dove mi sono sposato. Ho avuto quattro figli ed adesso sono felicemente divorziato.
Quando hai cominciato a dipingere?
Circa sette anni fa. Quando ho divorziato per la seconda volta ed ho dato via la mia seconda casa, ho cominciato a dipingere, mettendo in atto questa mia idea come forma di terapia. Dopo tanta pratica, ho scoperto che era possibile dipingere in questo modo e l’ho reso noto ai miei amici. All’inizio è stato difficile essere apprezzati dalle persone, poi ho scoperto che esiste tanta gente divertente e con uno stile di vita alternativo che hanno saputo apprezzarmi e sono diventato parte fondamentale di ogni festa. Non puoi immaginare quanti luoghi ho visto!
Perché dipingi con il tuo pene? È una provocazione?
Amo l’Arte, essere nudi, la masturbazione e spesso sono stato un po’ esibizionista, così quando l’idea è spuntata nella mia testa ho potuto combinare molte cose per far divertire le persone.
È difficile dipingere con questo “pennello” e quali tecniche usi?
Ho fatto pratica per un paio di anni prima di esibirmi in pubblico ed ho fatto parte di un “Bondage Club” per un po’ di tempo. Questo è stato per me un grande aiuto. Tanto più fai una cosa, tanto ottieni il meglio.
Quanto costano i tuoi quadri?
Al Sexpo ho chiesto tra i 25/50 dollari a seconda della domanda e della sovvenzione che lo show mi paga per essere lì, ma di solito riesco ad ottenere 100 dollari, includendo oltre al quadro il DVD che testimonia agli amici come io sono riuscito a realizzarlo, anche se ho venduto tele molto grandi fino a 2000 dollari.
Detto questo rimango ancora nel dubbio non avendo trovato una giusta spiegazione ad una mia domanda in particolare, ma una nuova informazione l’ho ricevuta e cioè adesso so che cosa sia un “Bondage Club”. Nonostante i suoi quadri di discutibile gusto e valore estetico, l’idea mi sembra alquanto simpatica.