Torball | Lo sport come non l’avete mai visto
Quest’oggi ho il piacere di informarvi e di farvi conoscere uno sport un po’ particolare, quello più praticato dai non vedenti: il Torball, che può essere paragonato alla pallamano da seduti. Lo so quanti dubbi vi stanno già sorgendo. Anche a me, (ex) studente universitario allora sono nati tanti interrogativi, fino a quando una mattina in un palazzetto molisano, mi si è presentata davanti una squadra composta da atleti di serie A. Le risposte a questi quesiti sono diventate per me e per i miei compagni subito scontate ma allo stesso tempo sorprendenti. La palla ovviamente non riescono a vederla ma, essendo sonora (all’interno vi sono dei campanellini che suonano quando si muove) gli viene facilitata l’intuizione della traiettoria del tiro. Attraverso un allenamento specifico, riguardante lo sviluppo di capacità coordinative che non sto qui a spiegarvi per non annoiarvi, viene consentito ai giocatori di muoversi agevolmente e con disinvoltura durante una partita.
Se per caso vi state incuriosendo e ritenete di aver finalmente trovato lo sport che fa per voi avendo – capito che le partite a calcetto con i compagni un po’ in sovrappeso non sono l’ideale – vi accenno alcune regole basilari del torball.
Esso non richiede una preparazione fisica notevole e può essere praticato per gioco da tutti. Si gioca in tre contro tre durante due tempi da cinque minuti ciascuno. Ogni squadra può chiedere un time-out per tempo, in modo che l’allenatore può dare consigli importanti su alcuni accorgimenti tatticida mettere in pratica e da correggere.
Il gioco deve essere svolto nel più assoluto silenzio per permettere agli atleti di sentire il rumore della palla di 500 grammi lanciata dagli avversari. Vi consiglio per esperienza personale, di rispettare questa norma se vi trovate ad assistere ad una partita con arbitri ufficiali, altrimenti i giocatori vi additeranno come responsabili di un’eventuale sconfitta! Loro sono atleti veri e esigono massima collaborazione anche da parte del pubblico.
Al centro del campo vi è una zona neutra che non può essere attraversata, in cui ci sono tre corde anch’esse sonore, poste a 40 cm da terra che, una volta colpite, comportano un fallo di squadra.
Ogni tre falli di squadra c’è un rigore. L’altezza limitata delle corde, obbliga a tenere una traiettoria di tiro non molto elevata, quasi rasoterra. Il rigore è battuto con un solo portiere in quanto gli altri due devono momentaneamente uscire dal campo, per poi rientrare al termine del penalty.
ll torball è una disciplina sportiva a cui possono aderire sia non vedenti totali che ipovedenti. La persona ipovedente ha una percezione visiva limitata e tale condizione, può comportare varie difficoltà nelle azioni della vita quotidiana, come prepararsi da mangiare, guidare un’auto e così via. È una disciplina praticata solitamente in palestra, o comunque in ambienti chiusi. Il campo da gioco misura in lunghezza 16 m e in larghezza 7 m, che è poi la larghezza delle porte.
Tutti i giocatori devono indossare delle bende oculari che devono assicurare la più totale oscurità per non avere dei vantaggi sull’avversario. Ogni squadra ha nella propria metà campo, subito dopo la linea di porta, tre tappetini di orientamento sottili, che servono a ogni giocatore per far capire la zona in cui ci si trova e per prepararsi ad un tiro o una parata.
La cosa che più ha sorpreso me quando li osservavo, è la straordinaria capacità di orientamento e di scioltezza nei movimenti. I giocatori che praticano il torball da un po’ di tempo, si muovono con una facilità che voi nemmeno immaginate. Come ogni sport che si rispetti, anche in questo esistono delle strategie, ovvero dei tiri con un effetto che consente alla palla di girare senza che i campanelli suonino e quindi senza dare la possibilità agli avversari di avvertire il movimento della palla e prepararsi per evitare di prendere gol.
In molti ancora non conoscono il torball, anche perché diversamente dal Goalball non è riconosciuto come disciplina Paraolimpica, sport dal quale differisce per alcuni particolari come l’assenza dei tappetini di orientamento e le diverse dimensioni e peso della palla.
Se davvero lo provate, occhio alle testate. La prima volta vi sembrerà di essere fuori dal mondo, poi (forse) vi abituerete. E bendatevi senza barare!
Concludo dicendovi che i giocatori sono molto autoironici. Pensate che la squadra che ho conosciuto si chiama ”I Guerrieri della Luce”. E non sono mancate durante un torneo, diverse battute tra le squadre, del tipo ”Occhio allo scalino”, oppure “ Non ci vedo più dalla fame”.
Testi di Mirco Panzetta.
Torball | wikipedia