Tour nella Roma di Ginnika
Punterò sulla nuda sincerità come d’abitudine, non che funzioni spesso ma è quasi sempre divertente. Per mettere subito le mani avanti specifico che adoro Roma ma non ci abito e so che molti penseranno che le due cose sono strettamente connesse. Questo è un piccolo resoconto atipico sulla mia esperienza a Ginnika sneakers expo, spero che tanti di voi ci siano stati, abbiano visto tutte e 5 le location e spulciato per bene le scarpe della collezione. Io ci sono riuscita ma solo parzialmente. L’idea era di arrivare da Fisheye per l’opening e godermi il dj set dei Beat Soup per poi continuare il giro e fare tante foto con tagli finto-artistici ed una pessima messa a fuoco con cui infarcire il mio report.
Grazie al mio rapporto cordiale ma piuttosto formale con i mezzi di trasporto di Roma arrivo in loco con un bel po’ di ritardo, saluto il sempre adorabile Luca Marinucci, mi godo la selezione di scarpe da skate, mi faccio spiegare la mappa del flyer per non perdermi in 5 secondi contati e mi rimetto in cammino.
Attraverso il Lungotevere tra gli artisti di strada, raggiungo I love Tokyo e mi faccio raccontare la selezione di basket e basket vintage, tra cui tanti modelli d’ottima annata con la para ingiallita che mi fanno pensare che scarpe del genere non sono affatto lontane concettualmente dai mobili di fine ‘800 che mio padre corteggiava nelle botteghe di antiquariato nel suo periodo da stalker di consolle in noce.
Ma è vero che sulle facce degli appassionati di sneakers c’è un fanatismo diverso dagli altri. Non è la stessa espressione delle donne fissate con le borse, degli aspiranti sommelier che leggono la carta dei vini, dei collezionisti di vinili. Quando guardano una scarpa i loro occhi non vedono il prossimo pezzo da collezionare, ma la prossima compagna di vita. In fin dei conti è come scegliersi una fidanzata. Proseguo il tour delle location senza però trovarle in tempo utile perché la presentazione chiudeva i battenti alle 22 ed io lo sapevo perché ho scritto l’articolo di segnalazione.
Mettiamola così: anche perdersi in giro per Trastevere vagabondando con aria contemplativa su un paio di sneakers viola e nere con stampa vagamente azteca è un ottimo modo per celebrare la scarpa da ginnastica.Perdonata?
Ora che vi ho parlato di cosa ho visto potete andare qui per vedere cosa non ho visto.