Tutto è possibile, anche Una Mostra Impossibile
Non è che tutti i pomeriggi puoi trovarti al centro storico di Napoli, nel bel mezzo di dicembre poi. Allora decidi di godere un po’.
Il profumo delle caldarroste ti stordisce e le luci di Natale ti accecano. Ma questo ti piace. Fiumi di gente popolano le strade e si spargono qua e là, velocemente, come gocce di olio che cadono sui jeans. Bam! La stessa goccia di olio proveniente dalla verace zeppola fritta che hai acquistato poco fa, nella modesta pizzetteria che esiste da sempre. Quelle zeppole che con un euro ti ci riempi il sacchetto intero. Quelle che un secondo prima pensi: “Cazzo. Potrei farmi un bagno caldo con tutto quest’olio”. Ma che il secondo dopo pensi: “Me ne fotto” – e riprendi a passeggiare, sentendoti una libellula.
La cosa più bella è che non tutti i pomeriggi puoi trovarti al Centro Storico con Raffaello, Leonardo e Michelangelo. Allora fanculo a luci, gente, presepi e zeppole (no, le zeppole no) e ti rifugi nel Convento del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore. Ad attendermi non sono le Tartarughe Ninja, non c’è nessun personaggio verdastro con bandana colorata sugli occhi.
I tizi con i quali ho trascorso un intero pomeriggio sono i maestri dell’arte del Rinascimento. 117 dipinti e affreschi provenienti da tutto il mondo (chiese, musei, abitazioni private) e riprodotti digitalmente in scala 1:1 ad altissima risoluzione. Tutto questo in Una mostra impossibile – L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità digitale visibile dal 3 dicembre al 21 aprile 2014, tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 22.00. Non avete scuse.
É assurdo. Ho camminato in quei corridoi, accanto a capolavori internazionali che mi hanno investita. Non come un auto che investe un passante o non so cosa ma come da un’onda californiana o come da un sole cocente (è questo il caso di Napoli). Riproduzioni è vero ma, giuro che quasi ci si dimentica che non sono quelli originali. Impossibile? No, non lo è.
Dunque. Io ero a Napoli ma ero a Cracovia quando ho chiacchierato, nella mia testa, con quella meraviglia di Leonardo che è La dama con l’ermellino. Leonardo di Ser Piero da Vinci nasce nel 1452 e muore nel 1519 ma a scuola le maestre ci hanno sempre detto che le date non sono importanti. Studia nella bottega del Verrocchio e fu un uomo ingegnoso e talentuoso. Cioè in pratica non ci fu una cosa che non seppe fare: pittore, scenografo, disegnatore, musicista, anatomista. Un genio. Lo so che pensate al Codice da Vinci di Dan Brown ma non è solo quello.
Io ero a Napoli ma ero nella Stanza della Segnatura a Roma, nei Musei Vaticani. L’affresco La scuola di Atene di Raffaello mi ha trattenuta davanti alla sua bellezza per circa un ora. Intanto per le strade si faceva buio ma le luci continuavano ad esserci, anche la gente e le caldarroste. Le zeppole no, perché le avevo mangiate. Raffaello Sanzio fu un altro grande genio del Rinascimento ma si è contenuto maggiormente rispetto a Leonardo. É stato “solo” pittore e architetto e ha avuto l’onore di studiare presso la Bottega del Perugino. Lo so che pensate alla cioccolata ma non è solo quello.
Infine, ero a Napoli ma ero anche a Kansas City quando ho ammirato il San Giovanni Battista di Caravaggio avvolto nel suo mantello rosso acceso che, se fossi stato un toro, avrei sfondato l’opera. Michelangelo Merisi da Caravaggio, fu pittore e portò una svolta nel mondo dell’arte: nelle sue opere si coglie la drammaticità, grazie all’uso accurato dell’elemento luce. Non è che tutti i pomeriggi puoi trovarti al centro storico di Napoli con tre geni. Io ci sono stata. Ci andrete anche voi?
Testi di Ornella Cotena. Immagini courtesy Una mostra impossibile.