Un giovane fotografo parigino, Keffer
Qualche tempo fa nell’articolo “Photographers around the world“, vi avevo anticipato i lavori di alcuni fotografi che avevano solleticato la mia attenzione. Torno con un’intervista al giovane fotografo parigino Fabien H, aka Keffer, che da direttore artistico di club e locali notturni, si è poi dato alla fotografia professionale, dopo aver avuto dei trascorsi anche come street artist. L’ho sempre detto che dovevo nascere a Parigi.
ziguline: Ciao Keffer, puoi dirci dove vivi e quanti anni hai?
Keffer: Signori e Signore, ciao a tutti e scusatemi per il mio inglese. Allora, io vivo a Parigi, la città dalle strade piene di luci e modelle. Ho 25 anni.
ziguline: Da quanto sei un fotografo professionista?
Keffer: Dunque, è circa un anno, c’ho messo un pò prima di diventare un vero fotografo, prima lavoraro come direttore artistico nei locali.
ziguline: Com’è cominciata la tua carriera?
Keffer:A dire il vero non lo so. Nel 2003 ero uno street artist, portavo con me la macchina fotografica solo per riprendere i miei stencil sui muri di Parigi, poi con la mia piccola Canon Ixus ho cominciato a scattare foto anche alle persone ma solo per gioco.
ziguline: Secondo te la Francia è un buon posto per chi vuole far carriera nel campo della fotografia?
Keffer: Sinceramente no. In Francia se prima facevi il direttore artistico non puoi fare il fotografo, ad esempio. In Francia le persone hanno come la necessità di incasellarti, così diventa davvero difficile farti apprezzare in una determinata disciplina. Io ho avuto l’opportunità di cominciare la mia attività di fotografo prima che si diffondesse la moda delle reflex digitali (e dei finti fotografi al seguito), per cui sono riuscito a farmi un nome qui a Parigi e questo mi ha sicuramente aiutato molto.
ziguline: Quando hai capito che le tue foto erano apprezzate dal pubblico?
Keffer: Davvero piacciono le mie foto? Sul serio? Ok, grazie allora, ahah. Sul serio, sono come cieco quando qualcuno parla del mio lavoro, sia che ne parli bene, sia che ne parli male. I miei amici ed i miei maestri mi dicono che ho del talento e che avrei dovuto continuare, e questo per me è stato davvero bello.
ziguline: Dicci qualcosa a proposito del progetto “The Night Day”?
Keffer: The Night Day, è un progetto nato come molti altri, nel giro di dieci minuti in un momento in cui ero di buon umore. Quando facevo il direttore artistico, trascorrevo tutte le notti nei club, sono un fan sfegatato di musica house e garage. È la mia vita, e come i vampiri dormo di giorno e vivo di notte. Alla fine del 2008 decisi di portare la relex con me, solo per fotografare la mia vita notturna, in giro per i locali e posti underground. Il 1° gennaio 2009 ho lanciato “The Night Day” per farne una serie artistica dedicata al mondo della notte, ma senza che ciò avesse nulla a che fare con i reportage del tipo “lastnightparty”. Sono innammorarato del bianco e nero, il grande ed infinito nero, forte e duro, ecco perchè ho scelto questi club sporchi ed al tempo stesso sensuali, scene ed immagini che vivo da sempre. Il sito web è nato semplicemente per la necessità di raccontare la crescita e lo sviluppo di questa serie, una sorta di “making of”, in cui vado a depositare le mie selezioni, non so ancora fino a quando.
ziguline: Come scegli i set per questo progetto?
Keffer: Non li scelgo. Tutte le foto sono assolutamente imprevedibili, scatto solo quando mi trovo nel giusto posto al momento giusto, nulla è calcolato e tutti i set sono realizzati in questo modo. Io controllo solo ciò che è sufficientemente artistico e ciò che per me è sufficientemente bello.
ziguline: Quali sono i fotografi più famosi da cui ti senti ispirato?
Keffer: Sicuramente Gregory Crewdson, Erwin Olaf, Julia Fullerton Batten or Noah Kalina ed i film come “The children of mens”. Poi c’è da dire che sono perennemente connesso ad internet e vengo continuamente ispirato da tutte le immagini sul web, ho circa 50/60 fotografi tra i miei bokmarks.
ziguline: Secondo te quand’è che una foto funziona?
Keffer: Oh, domanda difficile. Non saprei, è una questione di sensazioni, la foto può piacermi o no, è semplice. Non faccio alcun caso all’inquadratura, alla tecnica o ai colori, ciò che per me conta è la sensazione che la foto mi trasmette.
ziguline: Farai delle esposizioni con i tuoi lavori?
Keffer: Si, con molta probabilità, a Parigi per il momento e per la fine dell’anno a New York.
ziguline: Quando pensi di venire in Italia a fare un pò di foto?
Keffer: Sto seriamente pensando di oranizzare un viaggio alla ricerca di posti underground tra l’Europa e l’America.
ziguline: Grazie Keffer!
Keffer: È stato un piacere.
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