Un pomeriggio eroico/antieroico con Vettor Pisani
Io amo l’arte contemporanea e quando c’è qualcosa di contemporaneo nella mia città vado sempre ad ammirarla. Che poi che vuol dire contemporaneo? Contemporaneo è tutto e niente ed è un termine estremamente problematico. Partiamo dal fatto che io ho sempre avuto un debole per le cose problematiche ma devo ammettere che “eroica/antieroica: una retrospettiva” è davvero una mostra cazzutamente problematica, il che è diverso. Vettor Pisani (Bari, 1934 – Roma, 2011) è uno dei più importanti artisti contemporanei, appunto. Fu scrittore, artista, scenografo, architetto, alchimista e veggente.
Fu ogni cosa. La sua biografia è reale e inventata. Cioè una figata. Omonimo di un condottiero veneto del ‘300, racconta di essere figlio di un ufficiale della Marina e di una ballerina di strip-tease. Dato che la sua famiglia aveva origini Ischitane, raccontava anche di essere nato a Napoli o ad Ischia ma naturalmente ciò non è vero. Questa cosa mi piace e credo che da oggi in poi racconterò di essere nata a Rio De Janeiro, il mio sogno sfigato che ho da quand’ero bambina. Comunque credo di aver visto, per la prima volta, qualche sua immagine sempre nei miei cari/mai bruciati/mai prestati/sempre amati libri dell’università.
Quindi, protetta dalla pioggia grazie al mio ombrello rigorosamente nero, sono arrivata al museo piena zeppa di aspettative e curiosità. La mostra è curata da Andrea Villani ed Eugenio Viola, con la supervisione di Laura Cherubini, e sarà al MADRE, Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli fino al 24 Marzo. Vi sono esposti tutti i suoi lavori e cioè disegni, installazioni, collage, foto, film, dipinti. Di tutto, davvero. Ma la questione è che questa non è una semplice mostra! Come Alice nel Paese delle Meraviglie, vengo catapultata in un mondo magico, mistico e visionario e so che il viaggio sarà ricco di ambiguità, significati multipli e non sarà facile interpretarlo. Perché? Semplice: Vettor Pisani è stato un creatore di rebus. Cazzo, mi dico.
Abbandono automaticamente il ruolo della tenera Alice con i capelli biondi e le guance rosa, saluto il Bianconiglio e ad aspettarmi c’è Il codice Da Vinci. Come se fosse la cosa più facile del mondo, cambio sesso (che non è uno di quei programmi su Real Time) e mi trasformo in Robert Langdon, professore di simbologia religiosa presso l’Università di Harvard, che poi sarebbe Thom Hanks nel film. La verità è che la vita è inafferrabile così come è inafferrabile Vettor Pisani il quale avvertiva, in maniera incessante, il bisogno di teatralizzare il mondo. Allora cambio ancora una volta personaggio: sono attrice e spettatore. Le sale del museo è come se fossero un set cinematografico o il palcoscenico personale del grande artista: ci sono dentro. Non ho bisogno dei biscottini magici di Alice, che con un morso o cresci o rimpicciolisci perché io già sono totalmente immersa in questi lavori straordinari.
Gli elementi da lui utilizzati sono numerosi: c’è la vergine e la prostituta; la maschera e la verità; l’ironia, la risata e la tragedia; l’oscurità e la luce. In particolare, l’elemento luminoso è simbolico e spirituale ma c’è anche una componente di luce formata da neon forti che ti fanno pensare ai quartieri olandesi di Amsterdam, dove un mio amico andrà a vivere a breve. Che culo. Nelle sale del MADRE non mi sento sola perché a circondarmi ci sono: cerchi, piramidi, triangoli, specchi, clessidre, manichini, modellini, teschi, calchi, labirinti, disegni di animali e pianoforti
Il suo è un continuo citare la storia dell’arte: eroi, dei, figure mitologiche e letterarie, Edipo e la Sfinge, Heros, Freud e c’è anche Mussolini ma, tra tutte, una cosa mi colpisce e ricorre troppo spesso. L’Isola dei morti di Arnold Bocklin è ovunque! Non è finita qui perché in Vettor Pisani ci sono gli elementi dadaisti di Marcel Duchamp; l’Arte Povera alla Gino De Dominicis; il particolare pigmento blu creato da Yves Klein; riferimenti politici alla Joseph Beuys e collaborazioni con Michelangelo Pistoletto, riguardanti i suoi quadri specchianti che provocano la situazione psicologica del perturbante.
Tutto questo casino di roba costituisce un vero e proprio universo parallelo, esoterico ed irregolare. Irregolare fu Vettor Pisani che si impiccò all’età di 77 anni mettendo in scena anche la sua morte e per questo guardo le opere con tenerezza e comprensione, cercando di immergermi nei suoi mutevoli stati d’animo, interpellando me stessa sul binomio Arte/Vita. É pazzesco e mi piace. Impazzirò?
Vettor Pisani | wikipedia
Madre – Museo d’Arte Contemporane Donnaregina | sito – facebook