Un tema sulla musica degli Youarehere
Degli Youarehere vi ho già accennato in un nostro Beans, e come avrete capito, il loro disco mi è piaciuto e non poco. Quindi quando ho saputo che avrebbero suonato al SAMO di Torino ho colto l’occasione per conoscerli di persona. Il live è stato impressionante e il pubblico ha reagito con un calore e un coinvolgimento che da tanto non vedevo. Se dal disco mi avevano colpita, dal vivo mi hanno letteralmente affondata.
Ciao e benvenuti su ziguline. Le prime domande sono sempre le più difficili, come scrivere la prima riga di un tema. Comincerei parlando del vostro disco, uscito a gennaio per Bomba dischi. Il titolo è “Propaganda”: volevate comunicare una nuova intenzione sonora? Fare di questo disco il vostro manifesto musicale?
Esattamente così! Propaganda è il nostro primo disco “ufficiale” (As When The Fall Leaves Trees era un disco completamente autoprodotto, Primavera un EP digitale) e cercavamo un titolo che comunicasse la nostra idea di musica, che fosse, come hai detto tu, il nostro manifesto.
Cosa è cambiato per voi da “Primavera” a oggi?
Un bel po’ di cose: Primavera ha fatto in modo che si cominciasse a parlare anche di noi, sono arrivati concerti importanti come l’Ypsigrock, siamo stati chiamati come support act per il tour italiano di Porcelain Raft e in generale abbiamo suonato molto in giro per l’Italia. Ma il cambiamento più importante c’è stato sicuramente quando poi abbiamo cominciato a scrivere i brani per Propaganda: Andrea ha lasciato il gruppo ed è subentrato Francesco alla batteria, strumento che fino ad allora non avevamo, quindi anche il nostro suono e la dimensione dal vivo hanno avuto un’evoluzione.
Posso fare i complimenti a Patrizio per la sua voce? Apparat ti fa ‘na pippa, detto volgarmente. Io stessa vi ho paragonato a Moderat e Thom Yorke, ma voi che punti di riferimento avete? In particolar modo per la stesura di questo disco.
Ti ringrazio per i complimenti così diretti e apprezzo la sintesi del concetto in “romanesco”, lo prendo come un omaggio alle nostre origini!
Per quanto riguarda i paragoni, non abbiamo mai nascosto la nostra passione smodata soprattutto per Thom Yorke, ma come dice sempre Claudio quando ci chiedono , appunto, delle nostre influenze: “Siamo quello che mangiamo”. In ambito elettronico ascoltiamo veramente tante cose che sarebbe riduttivo citarne solo alcune come punti di riferimento. Diciamo che nell’anno in cui è stato scritto Propaganda abbiamo ascoltato tanto The Field, Jon Hopkins, Modeselektor, Mount Kimbie, Atoms for Peace, ma anche tanto tanto altro.
Vorrei soffermarmi sui testi: non sono molto prolissi, poche parole concise, che creano l’atmosfera. Chi è la mente dietro le parole?
In Propaganda, i testi sono opera di Claudio, con la partecipazione di uno nostro caro amico, Fabrizio Tallarico per la scrittura di Gagarin. In generale, nel resto della nostra produzione, abbiamo sempre lavorato a più mani nei pezzi cantati, oppure ci sono testi scritti interamente da uno o da un altro. Ci siamo sempre “pensati” come un collettivo più che una band con ruoli specifici, quindi non c’è mai stato “chi fa cosa”.
La mente dietro le grafiche è Patrizio e per i visual è Claudio, o sbaglio? Sono tra i più, passatemi il termine, “esperienziali” che ho vissuto in dimensione live. Ammetto di essermi concentrata spesso sulla lettura, per poi tornare improvvisamente a tenere il ritmo della musica, sempre grazie alle immagini. Mi piacciono quando le due cose si uniscono e voi lo fate molto bene.
E di questo ti ringraziamo veramente perché vuol dire che abbiamo raggiunto l’obiettivo che speravamo con l’unione di immagini e musica. Ci hai preso anche per quanto riguarda le grafiche e i visual. Io sfrutto la mia esperienza come graphic designer per tirare fuori artwork che possano rappresentare al meglio gli YAH e Claudio mette la sua passione per le arti visive e per il cinema al “servizio” della parte visual.
A proposito di parole e immagini. A un certo punto sugli schermi dietro di voi si legge: “Except in music, there is no beauty”. Ho rimuginato per giorni su questa frase, per dirvi: no, non è vero, c’è tanta altra bellezza nel mondo, mi avete quasi fatto incazzare. Poi mi sono detta che invece è così, almeno per me. Insomma, non ricordo tutte le parti di quel pezzo scritto, ma di sicuro voi mi darete una spiegazione molto scientifica del cosa avete scritto e perché.
Ecco la spiegazione scientifica: quella frase che hai letto passa quando suoniamo Dynamo, che è il nostro tributo alla musica elettronica intesa come simbolo di una continua evoluzione e oltretutto è anche un omaggio al movimento Futurista di Filippo Tommaso Marinetti. Abbiamo preso i primi punti del manifesto Futurista del 1909 e li abbiamo rielaborati sostituendo alcune parole con termini legati alla musica e al suono. La frase originale in italiano è “Non v’è più bellezza se non nella lotta”. Di sicuro questa ti sarebbe piaciuta ancora meno!
A Torino mi sembrava di essere dentro il video di Lacuna. Sono cresciuta vergognandomi di ballare davanti agli altri, quella sera mi sono vergognata di come fossi incapace di lasciarmi andare come le ragazze di fronte a me, ragazze che tra l’altro sembravano (per citare il video) arrivare dagli anni ‘90, con vestiti in velluto e scarpe in gomma, capelli arruffati e zaino sulle spalle. È stato strano, unico, un’atmosfera del genere penso sia difficile da riproporre. Però volevo chiedervi: cosa fa ballare voi, invece?
Premettendo che sarebbe meglio non vederci ballare sul serio, in realtà ci ritroviamo a ballare solo quando siamo sul palco a suonare i nostri pezzi, anche perché non siamo più così giovani da ritrovarci facilmente in discoteche o situazioni simili! A dirla tutta noi cerchiamo di far ballare la gente ma come fruitori di musica siamo più ascoltatori che “danzerecci”.
Il mio pezzo preferito forse è proprio Lacuna, a cui voi avete associato Gondry. Come mai? Cosa c’è di Gondry per voi, in questo brano?
Uno dei nostri film preferiti è Eternal Sunshine of the Spotless Mind e ci ha sempre affascinato la trovata della clinica capace di rimuovere determinati ricordi, persone o eventi dalla memoria. La maggior parte del pezzo viaggia su un main theme che ricorda quei suoni pulsanti dei macchinari medici, e la nostra idea era quella di evocare appunto il procedimento di cancellazione alla quale si sottopone Jim Carrey. Ad un certo punto nel film, il protagonista oppone resistenza e la sua mente rigetta la terapia. In Lacuna entrano delle voci confuse e spezzate, che stanno a simboleggiare proprio la memoria e i ricordi che riaffiorano.
È molto interessante il lavoro che state facendo su YouTube, cioè spiegare per ogni canzone il personaggio che l’ha ispirata. Una cosa che mi ha colpito particolarmente è Giulio Cesare. Difficilmente trovi qualcuno che ti dice: il mio riferimento è stato Giulio Cesare. Di solito ci si inerpica nelle più complicate fonti di ispirazione, in luoghi tra i più remoti, senza guardare nella nostra storia.
La scelta di Giulio Cesare è piuttosto semplice. Volevamo associare un personaggio al brano Propaganda e il più importante, se non il primo vero, scritto propagandistico di sempre è sicuramente il suo “De Bello Gallico”. Il personaggio oltretutto si lega anche per ovvie ragioni alla nostra città natale quindi ci stava bene il doppio.
Raccontatemi Roma e Torino con una vostra canzone. Vediamo se la pensiamo allo stesso modo: per me Roma è “Dynamo”, perché per me la sua anima è intensa ma velata da un po’ di malinconia, mentre Torino ha il ritmo di “Greater Things” (e per me questa città è anche il simbolo delle mie “grandi cose”) e l’intimità di “Shojna”.
Roma per noi è Shojna, mentre Torino sicuramente Dynamo.