Verità per Giulio Regeni
Non so voi, ma quando penso ai fumetti, a me vengono subito in mente i supereroi. Quelli che salvano il mondo, per intenderci, che sono disposti ad affrontare qualsiasi difficoltà pur di avere giustizia.
A volte però, a richiedere giustizia non è il supereroe ma il suo disegnatore, perché se l’eroe in questione non ha più voce per farsi ascoltare, allora chi resta ha il dovere di gridare più forte.
Giulio Regeni non era un supereroe, ma un ricercatore dell’Università di Cambridge che si trovava in Egitto per fare ricerca. Un giovane come tanti, forse un po’ imprudente, forse inconsapevole dei pericoli a cui andava incontro nella sua ricerca della verità, ma che sicuramente non meritava di essere barbaramente ucciso.
Claudio Calia è un fumettista, e insieme alle Edizioni BeccoGiallo, da sempre impegnata nella pubblicazione di fumetti d’impegno civile, ha deciso di aderire alla campagna di Amnesty International, Verità per Giulio Regeni.
Le quattro tavole, pubblicate sul blog il becco giallo, pillole di giornalismo disegnato, raccontano in poche righe una verità che stenta a trovare risposte. Nessun giro di parole, poche e improbabili scuse (quelle della polizia egiziana) per giustificare la morte di un ventottenne che si trovava al Cairo per “illustrare la difficile realtà dei sindacati d’Egitto”. Quattro tavole che provano a rompere il muro dell’omertà e a ridare fiato a una voce che non può raccontare la sua verità, e chiedere giustizia per la paura, il dolore e il futuro di cui è stata privata.
“… Continuate a ricordarmi così” si conclude l’ultima tavola. Così, con il volto sorridente di un ragazzo che ha tutta la vita davanti ed è convinto che il mondo possa ancora cambiare in meglio.
Anche noi di ziguline chiediamo Verità per Giulio Regeni, e voi?