Voglio organizzare un festival, spiegatemi come si fa
È appena terminata l’estate, la stagione che più delle altre si presta alla realizzazione di Festival; avete mai notato che di anno in anno si organizzano festival di ogni genere? Musicali, cinematografici, teatrali, enogastronomici, letterari, filosofici, scientifici, archeopsicofilologici?
Ma non tutti i festival si somigliano e ne ho avuto conferma, proprio dopo un fine settimana piovoso di settembre. Gran parte dei festival o rassegne musicali di solito in Italia ha visto protagonisti gruppi o cantanti lanciati dagli agenti dello spettacolo che hanno fatto ruotare gli stessi artisti da un capo all’altro dell’Italia e al pubblico non è stata offerta alcuna novità; ci sono anche i grandi eventi europei che si distinguono per la enorme quantità di concerti, nonché per gli esorbitanti prezzi del biglietto di ingresso. Poi invece, mi soffermo ad osservare alcune realtà che con enormi sforzi, ma orgogliosamente e ostinatamente, continuano la loro avventura, investendo tutto. L’Ariano Folkfestival ad esempio, si impone nel panorama della world music in Italia anno dopo anno, ma ancora trova il suo nucleo in un gruppo di ragazzacci di paese che mettono su il festival con le proprie mani, letteralmente, che guadagnano intorno a questa enorme macchina tanto sudore e tanti tanti amici, che svegliano a suon di ottoni una comunità che per il resto dell’anno dorme placidamente tra un concerto di musica classica e una conferenza di storici. Ho capito che in alcuni luoghi nascosti esistono ancora dei festival genuini, caserecci che possiedono un ingrediente segreto, che vincono la battaglia dei festival “coi soldi”!
A Loiano, provincia di Bologna, esiste una donna che da sola organizza da ben tre anni, il Loiano Balkan Festival, rassegna di musica balcanica al sapor di piadina! Lei si chiama Karmen Ogulin di origine slovena, ma perfettamente inserita nel contesto sociale del paese dove vive, ha deciso di portare, proprio in questa minuscola comunità del bolognese, un po’ di suoni della sua terra. Il festival, benché piccolo, è senza troppe pretese un piccolo gioiello self –made e questa è la sua forza. Anche quest’anno, per il terzo anno consecutivo, Karmen si è tuffata in questa impresa, nonostante un budget ridotto all’osso e una comunità un po’ restia all’allegra invasione del popolo filo balcanico. Naturalmente non sono mancati calorosa accoglienza, buon vino, ottima compagnia, proposte musicali originali; ecco, tutti questi ingredienti assieme sono riusciti a creare, nonostante la pioggia, una atmosfera bellissima con il pubblico, un vincolo di sangue, una comunità indistruttibile. Ecco come si fa: ci si gioca la faccia, ci si giocano tutte le forze e le proprie risorse, ma ci si riesce e, un brindisi dopo l’altro, si diventa amici per la pelle. Non so quanto questa coraggiosa donna riuscirà ad andare avanti senza un più consistente aiuto, ma di certo Loiano ha un ingrediente segreto, quello vincente, sarebbe un peccato lasciarlo sfuggire.
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