Yuri è HOPNN
Yuri è HOPNN o viceversa? Da dove parte e dove arriva questo artista che si propone come doppio di se stesso, che si incontra per strada o nello studio? Yuri, intimista, riflessivo, mimetico è HOPNN che interviene sui muri della città, che lascia il suo messaggio politico-ecologico-sociale in balìa delle intemperie ma anche pronto per chiunque voglia coglierlo. Chi è chi? Sono uno e sono due allo stesso tempo, Yuri trova l’altro da sé, HOPNN ha di fronte il suo alter-ego.
È un incontro e un’esplosione il secondo appuntamento di Laszlo Biro con la street art in occasione della mostra Yuri è HOPNN. E una fusione. Di generi, di stili, di energie.
La fusione avviene, ci piace ripeterlo, sulle pareti di Laszlo Biro, dove la chiave di volta è costituita dal ricamo, piccolo e mezzo punto, che ancora una volta mescola in sé l’audace trasformarsi del disegno in tessuto e il lento costruirsi dell’immagine stessa attraverso un gesto antico quanto affascinante.
Yuri presenta i suoi lavori mimetici, i quadri realizzanti in studio, meticolosi e attenti alla combinazione dei colori, ai soggetti, alla fusione del pensiero. Racconta così la propria ricerca pittorica, la sua trasformazione da street artist militante in miniaturista della tela. HOPNN espone le biciclette che l’hanno reso famoso in tutta la città e i corpi che si auto-disegnano, e di nuovo si racconta e ci racconta: il messaggio delle biciclette, l’invito a fare attenzione al pianeta sul quale ci troviamo a vivere, la necessaria presa di coscienza e di libertà da parte degli artisti. Occupare la città con le proprie immagini è come partecipare quotidianamente a una critical mass di biciclette.