Zoom, una notte da rinoceronti
Vicino a Torino da qualche anno si può visitare Zoom. Cos’è Zoom? Non allarmatevi, qui non parliamo di leoni tristi tanto meno di gorilla che tentano l’evasione. Questo non è il solito zoo. È un bioparco dove vengono accolti animali salvati da condizioni pessime di circhi, gabbie e quant’altro per tornare a vivere sereni e controllati in un luogo protetto. Se venite allo Zoom potete tranquillamente essere assaliti da lemuri curiosi che vi salgono in braccio, accarezzare il muso di una giraffa che mastica le foglie all’altezza dei vostri occhi (perché siete su una passerella che percorre tutto il loro recinto) e guardarvi un live di Trentemoller. Sì, avete letto bene.
Da giugno fino ad agosto lo Zoom presenta il “Night safari”, una serie di appuntamenti ce si svolgono all’interno del parco. Fermatevi prima di cominciare a dire che la musica infastidisce gli animali (e abbassate il volume di quelle casse su cui dorme il tuo gatto, se vuoi proprio fare il pignolo) e che li torturerà facendo patire loro le pene dell’inferno. Tutti gli eventi si tengono nell’Anfiteatro di Petra, una location appositamente studiata con un sistema audio e di luci a basso impatto ambientale, orientata in modo tale da non disturbare in alcun modo gli ospiti e montata solo poche ore prima dell’evento.
Tutto questo per una buona causa: partecipando contribuisci alla raccolta fondi per la riserva di Mabula, dove l’Associazione Italiana Esperti d’Africa sta salvaguardando 27 rinoceronti bianchi dai bracconieri. Che dico io, si rinuncia a cuor leggero alla carne pensando ai maltrattamenti degli allevamenti intensivi, questo mi sembra un modo immediato e concreto per difendere una specie dall’estinzione e costa meno di una cena dal ristorante vegano.
Se ancora non vi ho convinto o pensate che i rinoceronti siano tutti felici nella loro savana, sempre in loco trovate una “Black room”, dove vedrete proiezioni in 3D che vi mostreranno in modo molto realistico e obiettivo cosa succede ai rinoceronti quando vengono presi dai bracconieri. Se poi diventa troppo, c’è anche una mostra di 20 fotografie che invece celebra la “Grande migrazione” delle mandrie africane.
Inoltre, potete adottare un rinoceronte africano. Cosa che molto probabilmente io farò.
Personalmente, da onnivora che da quando ha ricordi aiuta il WWF, non vedo l’ora di godermi quel mostro dell’elettronica svedese e sarò felice di spendere quei soldi per una buona causa. Quindi cari lettori, non fate gli hipster, mettete giù quella forchettata di seitan che vi fa sentire così avant-garde e venite a Zoom e aiutate per davvero il rinoceronte.
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